Norvegia, 1879. Nel piccolo villaggio di Butangen sorge una chiesa dalla bellezza austera e sublime. È un’antica stavkirke, interamente costruita in legno e intrisa di memoria, di leggende e di magia. È qui – tra i banchi spolverati di neve e un freddo capace di gelare il midollo – che un tempo si poteva ammirare l’ultimo arazzo tessuto dalle dita instancabili di Halfrid e Gunhild Hekne, gemelle siamesi unite “per la pelle” dalla vita in giù. Ed è sempre qui che le campane realizzate dal padre in loro onore rintoccano da sé, misteriosamente, ogni volta che una minaccia incombe sulla valle… Fino al giorno in cui il nuovo pastore decide di disfarsene nel nome del progresso e delle proprie ambizioni. Ma il reverendo non ha fatto i conti con Astrid Hekne, indomita discendente di Halfrid e Gunhild, disposta a tutto, anche all’inganno, pur di difendere le “sue” campane e sfuggire a un futuro che sembra già scritto. Mirabolante intreccio di storie, epoche e destini, La campana in fondo al lago (DeA Planeta, traduzione di Luca Vaccari) è il nuovo, celebrato romanzo di uno degli scrittori scandinavi più amati e talentuosi, Lars Mytting. Un omaggio vibrante allo “stupore dei tempi andati” e al fascino di una terra aspra e bellissima.
Lars Mytting, giornalista e scrittore, ha pubblicato tre romanzi di grande successo in Norvegia, ma è con Norwegian Wood, pubblicato in Italia da UTET e tradotto in 10 paesi, che è diventato una vera celebrità: ha venduto più di 500. 000 copie, ha vinto il Bookseller Industry Award 2016 nella categoria Non-Fiction, ha ispirato libri da colorare, programmi televisivi e contest fotografici a tema, mentre sui social network è esplosa la #NorwegianWood mania. Con DeA Planeta ha pubblicato Sedici alberi, altro grande successo internazionale da oltre centocinquantamila copie nella sola Norvegia.
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