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Intervento salva-polmoni, da Matera a Pavia una storia di buona sanità

È una bella storia di buona sanità quella che ha per protagonista un 17enne materano, Giuseppe Rivelli (nella foto de La Provincia Pavese), studente del Liceo classico.
Quella che l’estate scorsa sembrava una tosse insistente e fastidiosa, non era un’allergia stagionale ma ipertensione polmonare cronica tromboembolica: le arterie polmonari del ragazzo si erano riempite, piano piano, di coaguli e trombi, e il sangue non riusciva più a ossigenarsi.
Dalla diagnosi, dopo un elettrocardiogramma al “Madonna delle Grazie” di Matera, al ricovero al “San Matteo” di Pavia, nel centro punto di riferimento nazionale diretto da Andrea D’Armini.
A Pavia, dove Matteo è arrivato a fine gennaio in condizioni critiche (il ragazzo non camminava più), è stata messa a punto una tecnica (l’endoarteriectomia polmonare denominata Pavia tecnique, praticata ora da cinque centri al mondo) per liberare le arterie polmonari ostruite dai trombi e abbassare la pressione polmonare e aiutare il ventricolo destro a ritrovare una normale funzionalità. Unintervento in cui si “rigenerano” sia cuore che polmoni per una malattia che in passato aveva come unica terapia il doppio trapianto che, tuttavia, esclude le persone sopra i 65 anni e deve fronteggiare la cronica scarsità di organi disponibili.
«Dobbiamo ringraziare i medici dell’ospedale di Matera che hanno fatto la diagnosi – hanno affermato papà Mario Carmine Rivelli e mamma Margherita Mastrosimone al quotidiano La Provincia Pavese – e il primario di cardiologia Giacinto Calculli che ci ha indirizzati a Pavia che è il centro di riferimento nazionale. Qui abbiamo trovato persone eccellenti, un’organizzazione efficiente: ci hanno chiamato, hanno organizzato il ricovero e tutto, siamo stati seguiti passo dopo passo. Un servizio eccellente, un servizio pubblico che ci ha sorpresi».

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