sabato, 23 Novembre 2024

Circa 900 grammi di polvere da sparo dentro barattoli occultati tra gli attrezzi da lavoro e bricolage. Ma anche una pistola a salve munita di caricatore a cui era stato rimosso il tappo rosso e con 24 colpi a salve calibro 8, il tutto nascosto in un muretto all’interno di un magazzino.
Per il reato di detenzione di materiale esplodente, un 24enne di Policoro residente a Rocca Imperiale è stato arrestato dai Carabinieri.
Il ragazzo, già sottoposto alla misura dell’avviso orale, ha precedenti per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti.
Nello specifico i militari della Stazione di Rocca Imperiale hanno effettuato dopo un’accurata attività info-investigativa, una perquisizione domiciliare nella casa del 24enne alla ricerca di armi o munizioni. Dopo non aver rinvenuto nulla nella villetta, i  militari di Rocca Imperiale hanno intuito che il magazzino adiacente all’abitazione e in uso esclusivo all’uomo potesse essere il posto giusto da ispezionare. Così, una volta entrati nel locale, hanno trovato in un nascondiglio del muretto interno del magazzino, una busta di cellophane con all’interno una pistola a salve munita di caricatore.  Fra gli attrezzi da lavoro e da bricolage, invece, Carabinieri riuscivano a scoprire una grande cassetta al cui interno vi erano diversi barattoli contenenti polvere da sparo per un peso complessivo di quasi 900 grammi. Il materiale era detenuto dall’uomo senza alcuna licenza o autorizzazione e veniva sottoposto a sequestro penale.
Considerata l’ingente quantità ed il fatto che per il loro confezionamento i contenitori così trovati rappresentavano delle vere e proprie “bombe artigianali” e costituivano un serio pericolo per la sicurezza e l’incolumità pubblica, in particolar modo per tutte le persone che abitavano nelle zone circostanti – una deflagrazione delle stesse avrebbe avuto conseguenze devastanti -, il ragazzo è stato arrestato. Lo stesso, d’intesa con la Procura della Repubblica di Castrovillari, coordinata dal Dott. Eugenio Facciolla, veniva sottoposto al regime restrittivo degli arresti domiciliari, in attesa di essere processato con rito direttissimo presso le aule del Tribunale di Castrovillari.
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