“L’aroma inconfondibile del tè” è il titolo del romanzo di Maria Elisabetta Giudici pubblicato da Morellini Editore (280 pp., 19 euro) appena uscito in libreria nella collana di narrativa Varianti.
Negli anni Trenta dell’800, sullo sfondo storico della travagliata costruzione del canale di Suez, in mezzo a interessi e intrighi internazionali per il predominio sul commercio marittimo nel Mediterraneo, la giovane Ciarli, colma di quella dolorosa energia così tipica dei suoi sedici anni, fatta in parti uguali di sogno e insofferenza, capisce che trovare la madre che l’ha abbandonata significa toccare con mano l’inizio del mondo. Quando una nave sconosciuta getta l’ancora al largo del suo mare, Ciarli mette in moto un’idea di fuga e parte dalla Puglia per l’Africa, la terra al di là del mare, in cerca di una realtà di vita, altrove, lontana e diversa. Ma occorre un’occasione, un colpo di fortuna, o almeno una fantasia universale per riscrivere un’esistenza. Scopre che in quella terra sconosciuta il tempo è scandito dalle scoperte, dalle opportunità e dal dolore di un’avventura straordinaria. In uno slancio verso la riconquista di un’originaria purezza, incontra la natura predatoria dell’uomo, la violenza, la menzogna e l’inganno ma anche i vincoli preziosi della solidarietà. Consuma sapere, esperienze, incontri, delusioni e inizia a comporre il suo romanzo familiare, finché la realtà si costruisce a misura del desiderio. E diventa donna.
Incalzata da una poliedrica umanità predatoria, si muove in una terra di contrasti, tra il vuoto di un deserto indefinito dove le distanze si raccontano per paragoni, e le claustrofobiche capitali nomadi. Corsari, spie, cacciatori di schiavi, cuori accesi dal desiderio di conquista e dal sogno del progresso, si sfidano in un vortice di menzogne dove nessuno è come sembra, in una natura estrema e spettacolare che solo pochi hanno il coraggio di affrontare. Su questo palcoscenico Ciarli, consapevole e coraggiosa, arriva da lontano a rammentarci che il passato è un luogo vasto, pervasivo, labirintico, un contenitore sempre aperto ad accogliere ogni istante che passa.
Maria Elisabetta Giudici
Nata all’Aquila, vive a Roma fin dall’infanzia. Svolge attivamente la professione di architetto. Il suo primo romanzo, “Il re di carta” edito da “Emersioni” ha vinto il premio Histonium 2019. Con il secondo romanzo “La foresta invisibile”, edito da Castelvecchi, ha vinto il premio Aqui Terme 2020, il premio inediti Etna Book 2020 e il premio Pegasus Cattolica 2021. Nel 2022 pubblica il terzo romanzo storico dal titolo: “I guardiani delle aquile”, Castelvecchi Editore.