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“Il virus che ci sta riavvicinando”, intervento del giornalista Francesco Cutro

Riceviamo e pubblichiamo da Francesco Cutro, giornalista, figlio, padre, marito:
Sembrerebbe una contraddizione, ma invece è proprio così. Il Coronavirus ci sta riavvicinando. Ci sta riavvicinando ai nostri figli, alle nostre famiglie, alla nostra casa, agli sconosciuti. Questa mattina mi sono fermato a fotografare persone in fila, lontane tra di loro, all’esterno di una farmacia di Potenza. Rispettavano in maniera composta le misure igienico-sanitarie previste dal dpcm dell’8 marzo e, in attesa di entrare, parlavano tra di loro. Avevano un argomento comune da condividere: la paura. Condividere la paura, la rende meno paurosa (scusate il gioco di parole!) al punto di trasformarla in speranza. Speranza che questo momento che stiamo vivendo possa diventare presto un brutto ricordo. Ma intanto ci ritroviamo tutti più vicini perché così ci sentiamo più sicuri. Anche le tante persone che stanno rientrando dal nord lo fanno per questo motivo: stare con i propri cari e condividere con loro la paura. Non sono da condannare. Chi avendo un padre, una madre, un nonno o una nonna lontani, non vorrebbe stare loro vicino in questo momento? Certo, questi rientri vanno controllati (come si sta facendo) ma non condannati. Il coronavirus ci sta dunque riavvicinando, nell’anima. Sembra strano non abbracciare o baciare un amico quando lo si incontra per strada. Ma lo sguardo che ci scambiamo, carico di paura e speranza, riscalda il cuore più di una stretta di mano: stiamo lontani ma vicini col cuore. “Nessuna epidemia è più forte del nostro Dio”, ha scritto oggi in un post il capitano del Potenza Calcio, Carlos Clay França. Nessuna epidemia è più forte della speranza, aggiungo io. Facciamo tutti un piccolo sacrificio in questo momento: restiamo di più a casa, rispettiamo le semplici norme di comportamento igienico sanitarie e, quando tutto questo sarà finito, ci ritroveremo più vicini, un po’ migliori e, ne sono convinto, anche più umani.

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