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Il prof. Incampo: “Per combattere la violenza e l’immoralità la prima cosa da fare è ritornare a Dio”

Volendo sintetizzare il momento in cui viviamo oggi, io lo farei con la seguente espressione: “Abbiamo abbandonato Dio e ci ritroviamo ad essere meno uomini”.

Giornali, televisione, social ci propinano ogni giorno una dose massiccia di violenza.

Non solo la guerra in Ucraina, ma violenza dentro le mura di casa o in ambienti frequentati da tutti: figli che uccidono mamma e papà, mariti che uccidono le mogli, uomini che uccidono fidanzate incinte, padri che prostituiscono le figlie, giovani mamme che buttano i figli appena nati nel cassetto della spazzatura, giovani che ammazzano di botte barboni ….

Ci chiediamo: “Perché tutta questa violenza?”.

Giornali, TV, social si sbizzarriscono a dare spiegazioni.

Per alcuni la colpa è della società che non dà valore ai giovani.

Per altri è colpa dei genitori e della scuola che non educano.

Per altri ancora la colpa è dello Stato che non che assiste.

E ancora… è colpa del benessere che spinge ad avere sempre di più il senso morale del bene e del male.

Tutto vero.

Ma la verità, secondo il mio modestissimo parere, è che: “Abbiamo abbandonato Dio e ci ritroviamo ad essere meno uomini”.

Questo significa che per combattere la violenza e l’immoralità la prima cosa da fare è ritornare a Dio.

Se non torniamo ad affermare chiaramente l’esistenza di Dio continueremo a sostituiremo sempre il concetto di bene e di male con concetti provvisori che cambiano con facilità: l’utile e l’inutile, il bello e il brutto, una cosa che piace o non piace, quello che è alla moda o quello che è fuori moda.

Sentiamo sempre dire che la scuola e la famiglia devono educare i ragazzi.

Ma avete mai riflettuto che se non si parte dal punto fermo dell’esistenza di Dio e dalla Legge di Dio tutto è inutile.

Quando ero piccolo e andavo a confessarmi il confessore mi diceva sempre: “Cosa avrebbe fatto Gesù in questa situazione?”.

“Come si sarebbe comportata la Madonna se si fosse trovata al tuo posto?”.

Ecco perché il nostro riferimento deve essere sempre il Vangelo, i Dieci Comandamenti, la morale cristiana, gli esempi dei Santi che sono modelli a cui ispirarci.

E ricordate che possiamo anche sbagliare, ma sappiamo di sbagliare, perché abbiamo un orientamento per distinguere il bene dal male.

In conclusione: è inutile lamentarsi per la tristezza dei tempi in cui ci tocca vivere, è necessario che tutti diamo buon esempio per creare un movimento di ritorno alla Fede e al Vangelo.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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