La proposta di portare Matera in Puglia o di rifare la Lucania solleva una serie di questioni delicate, che toccano vari aspetti, dalla storia all’identità culturale, fino agli equilibri economici e amministrativi delle regioni coinvolte. Approfondire i motivi per cui queste proposte potrebbero non essere considerate giuste richiede una riflessione articolata su più livelli.
1. Identità storica e culturale della Basilicata: Matera è parte integrante della storia e della cultura della Basilicata, una regione che ha vissuto secoli di evoluzione attraverso diverse fasi storiche, dalla dominazione greca e romana, fino al Medioevo e all’età contemporanea. Matera stessa, con i suoi famosi “Sassi”, rappresenta una delle testimonianze più significative della vita preistorica e medievale in Italia, inserita nel patrimonio mondiale dell’UNESCO. Separare Matera dalla Basilicata significherebbe sradicare una parte importante di questa identità. L’idea di portare Matera in Puglia non tiene conto del fatto che le regioni italiane non sono solo entità amministrative, ma anche luoghi in cui si intrecciano legami culturali e sociali che si sono formati nel corso dei secoli. La Basilicata, con le sue tradizioni, il suo dialetto e il suo patrimonio culturale unico, ha un’identità ben distinta dalla Puglia. Sebbene vi siano affinità tra le due regioni, specialmente nelle aree confinanti, come il sud della Basilicata e la provincia di Bari, la differenziazione culturale è ancora forte. In questo contesto, privare la Basilicata di una delle sue città più importanti significherebbe indebolire il tessuto culturale regionale e la sua coesione.
2. Implicazioni economiche: Matera ha conosciuto negli ultimi anni un notevole sviluppo economico e turistico, culminato con il riconoscimento come Capitale Europea della Cultura nel 2019. Questo evento ha rappresentato una spinta straordinaria per l’economia locale, attrarre turisti da tutto il mondo e portare investimenti significativi nel territorio. È innegabile che il successo di Matera abbia avuto un impatto positivo su tutta la Basilicata, creando nuove opportunità per i settori del turismo, dell’arte, dell’artigianato e della gastronomia in tutta la regione. Trasferire Matera in Puglia potrebbe avere effetti devastanti sull’economia della Basilicata, che è già una delle regioni meno sviluppate d’Italia. Privarla del suo principale motore di crescita significherebbe mettere a rischio i progressi economici e sociali compiuti negli ultimi decenni. Inoltre, è lecito chiedersi se la Puglia, già dotata di un patrimonio culturale e turistico vasto e ben sviluppato, possa realmente beneficiare in modo proporzionale dell’annessione di Matera, oppure se si tratti di una strategia che ridistribuirebbe risorse senza generare un reale valore aggiunto. La Basilicata, come molte regioni interne del sud Italia, soffre di una cronica mancanza di infrastrutture e di collegamenti efficienti, che rende difficile lo sviluppo economico su larga scala. In questo contesto, la crescita di Matera rappresenta un esempio virtuoso che potrebbe essere utilizzato come modello per lo sviluppo di altre aree della regione, anziché essere “esportato” in una regione confinante.
3. Geografia e confini amministrativi: La geografia e i confini amministrativi delle regioni italiane non sono solo il frutto di decisioni politiche moderne, ma si basano su equilibri storici e geografici che risalgono a secoli fa. Le regioni italiane sono state create non solo per ragioni amministrative, ma anche per rispettare le differenze culturali e sociali tra le varie aree del paese. Cambiare i confini di una regione per ragioni economiche potrebbe creare un precedente per altre richieste simili in futuro, aprendo la porta a potenziali instabilità. La Basilicata, pur essendo una delle regioni meno popolose e meno sviluppate d’Italia, ha mantenuto nel corso dei secoli una sua integrità territoriale e una sua coerenza interna. La regione è stata storicamente una terra di confine, prima tra il mondo greco e il mondo latino, e poi tra il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia. Questa storia ha contribuito a creare una cultura regionale unica, che non si può ridurre semplicemente ai suoi confini amministrativi. Spostare Matera in Puglia significherebbe ridisegnare questi confini storici e simbolici, senza tenere conto delle conseguenze a lungo termine.
4. Rifare la Lucania: una proposta nostalgica? L’idea di rifare la Lucania, cioè di ricreare l’antica regione che comprendeva gran parte dell’attuale Basilicata e parte della Campania e della Calabria, potrebbe sembrare una proposta affascinante dal punto di vista storico. Tuttavia, si tratta di un concetto che non tiene conto delle complessità moderne. La Lucania storica non esiste più come entità amministrativa o culturale, e riproporla oggi significherebbe non solo ridisegnare i confini regionali, ma anche ridefinire identità che nel frattempo si sono evolute e differenziate. L’idea di ricostruire la Lucania potrebbe avere un valore simbolico, richiamando un passato in cui la regione aveva una maggiore coesione e una maggiore importanza politica. Tuttavia, è importante chiedersi se questa visione nostalgica del passato sia effettivamente utile nel contesto socio-economico attuale. La Lucania storica era una regione povera e arretrata, e riproporla oggi rischierebbe di riproporre anche alcune delle sue problematiche storiche, senza offrire reali soluzioni alle sfide moderne. Inoltre, la creazione di una nuova regione richiederebbe un processo politico e amministrativo estremamente complesso, con il coinvolgimento di numerose istituzioni e della popolazione locale. Un’operazione di questo tipo potrebbe non essere accettata da tutti i cittadini delle aree interessate, creando divisioni e tensioni tra le comunità.
Conclusione: La proposta di portare Matera in Puglia o di rifare la Lucania solleva questioni complesse che riguardano non solo l’identità storica e culturale delle regioni coinvolte, ma anche gli equilibri economici e amministrativi dell’Italia. Mantenere l’unità della Basilicata, inclusa Matera, appare non solo più giusto dal punto di vista storico e culturale, ma anche più vantaggioso dal punto di vista economico e sociale. Le proposte di cambiamento territoriale devono sempre essere valutate con attenzione, tenendo conto delle conseguenze a lungo termine per tutte le parti coinvolte.
Nicola Incampo