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Il prof. Incampo: “L’uomo diventa libero nella carità”

Un giorno scrissi alla lavagna la seguente espressione: “L’uomo diventa libero nella carità”.

Ricordo che molti, quasi tutti, gli alunni mi guardarono incuriositi, evidentemente la frase li aveva spiazzati.

Raccontai loro che nella tradizione medievale si raccontava che alle porte del Paradiso ci fossero i poveri, che diventavano pertanto i “portinai” del cielo.

C’era la convinzione che la carità spegne il peccato e il povero intercede per il benefattore.

Convinzione “fotografata” molto bene da “Alano di Lilla” con l’espressione: “Dov’è ospitato Cristo? Solo nei poveri di Cristo”.

Ricordo che ne “I fratelli Karamazov”, del grande Fëdor Dostoevskij, uno dei protagonisti nel sonno si sentì portato in un villaggio piena di gente poverissima.

Egli domandò: “Perché questa gente è povera?”

Ed egli capì che doveva far qualcosa per combattere quella povertà.

Ma il suo era solo un sogno.

E nella leggenda del Grande Inquisitore, la parte più bella e più alta del romanzo si leggono le seguenti parole: “L’uomo non cerca tanto Dio quanto il miracolo. E dal momento che non può rimane senza miracoli, è pronto a inginocchiarsi davanti a ad un ciarlatano qualsiasi, alla magia di un fattucchiere.

Tu pensavi alla fede libera, non legata al miracolo.

Volevi l’amore spontaneo e non i servili entusiasmi dello schiavo dinanzi al potente.

Ma l’uomo è debole e vile.

Così noi abbiamo corretto io tuo insegnamento e l’abbiamo fondato sul miracolo, il mistero e l’autorità.

E gli uomini si sono rallegrati per essere stati liberati dal fardello della libertà, felici di essere nuovamente giudicati come un gregge”

Mai come in questo periodo è importante la carità.

La carità deve generare opere.

Avete notate che lungo i secoli in ogni grave crisi ci sono stati santi della carità che fecero come il Buon Samaritano.

Si fecero prossimo e si presero cura.

Questi sanno ci hanno insegnato che dalla carità nascono le opere, anzi la carità chiama le opere.

Questo significa che i Santi della carità non sono stati operatori sociali; anche ma non solo.

Questi Santi ci hanno insegnato che l’azione sociale e caritativa nasce dalla preghiera.

La Chiesa è comunione.

Nasce dall’Eucarestia che è pane spezzato e dato e porta ad un amore che ci spezza.

Vorrei concludere questa mia riflessione con le parole di Sant’Agostino: “Se vedi la carità, vedi la Trinità”.

L’uomo diventa libero nella carità, questo è il vero miracolo.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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