giovedì, 21 Novembre 2024

Il 25 novembre a Matera il Soroptimist Club della città dei Sassi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della  violenza sulle Donne,  ospita la psicoterapeuta Maura Anfossi, autrice del saggio “Emozioni a colori”

Lunedì 25 novembre p.v. alle 17.30 nella Sala Laura Battista della Biblioteca provinciale di Matera (ingresso da via Roma), il Soroptimist Club Matera con il patrocinio dell'Associazione Italiana Donne Medico, nell'ambito della Giornata Internazionale per...

Mobilità sanitaria: intesa apulo-lucana

Su proposta dell’assessore alla Salute, Politiche per la Persona e Pnrr, Cosimo Latronico, la Giunta regionale ha approvato lo schema di accordo tra la Regione Basilicata e la Regione Puglia, per la compensazione della mobilità sanitaria interregionale. “Per la prima...

Oggi vorrei proporvi una riflessione sulla “ribellione” e la vorrei fare da un racconto dei racconti Chassidim, raccolte dal filosofo Martin Buber.

Ricordo che il chassidismo, è un movimento di massa ebraico basato sul rinnovamento spirituale dell’ebraismo ortodosso, sorto nella Polonia del XVIII secolo.

Ecco la narrazione:

“Il padre di Mardocheo – il futuro celebre rabbi di Lechowitz – si lamentava della pigrizia del figlio nello studio. In città giunse un santo rabbino.

Il padre gli condusse Mardocheo, affinché lo correggesse. Il rabbino, rimasto solo col ragazzo, lo strinse al cuore e se lo tenne a lungo affettuosamente vicino.  Quando il padre ritornò, il rabbino gli disse: “Ho fatto a Mardocheo un po’ di morale; d’ora in poi la costanza non gli mancherà”. Quando ormai adulto e famoso, Mardocheo, raccontava questo episodio, diceva: “Ho imparato allora come si convertono gli uomini”.

È bello questo apologo, perché nella sua semplicità e spontaneità ci fa capire come la correzione senza amore è sterile.

Avete mai riflettuto che la ribellione nasce spesso nei nostri figli non per mancanza di cure, o mancanza di benessere, o mancanza di doni, ma per assenza di vicinanza, per assenza di ascolto, per assenza di affetto profondo.

Oggi copriamo i nostri ragazzi di premure materiali, di attenzione alla loro salute e soprattutto di attenzione dei loro desideri immediati.

È raro però che i genitori sappiano dialogare con i figli.

Una cosa è certa: educare e guidare sono due verbi dono di Dio, perché è un’arte difficile.

Noi genitori sappiamo bene che anche un bambino merita rispetto e capacità di comprensione.

Come insegnante ho avuto molte volte la “capacità” di capire che l’eccesso di concessioni esteriori è segno dell’incapacità dei genitori di stabilire un legame autentico e profondo con i figli.

Molte volte ci preferisce più accontentare che capire il figlio.

Si preferisce vederlo soddisfatto e sazio esteriormente più che cogliere i suoi interrogativi e le sue insoddisfazioni interiori.

L’immagine del rabbino che stringe il giovane Mardocheo a me ricorda tantissimo il Salmo 103:

“Buono e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
come dista l’oriente dall’occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.”

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la Pastorale Scolastica

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