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Il prof. Incampo: “Insegnare con gentilezza significa riconoscere i bisogni emotivi degli studenti, mostrando empatia e comprensione di fronte alle loro difficoltà”

Dopo 37 anni di insegnamento, ho osservato innumerevoli volte quanto la gentilezza possa avere un impatto profondo sulla vita delle persone, in particolare dei giovani.

La gentilezza non è solo una questione di buone maniere o cortesia superficiale, ma un valore radicato che, se coltivato, trasforma radicalmente il modo in cui le persone interagiscono tra loro e con il mondo.

In un contesto educativo, la gentilezza diventa una componente essenziale non solo per il benessere emotivo, ma anche per il successo scolastico e il miglioramento della società nel suo insieme.

Nell’ambiente scolastico, la gentilezza è il collante che crea un senso di comunità e di appartenenza.

Quando un insegnante tratta gli studenti con gentilezza, si crea un’atmosfera di rispetto e fiducia.

Gli studenti che si sentono rispettati e valorizzati tendono a rispondere positivamente, partecipando attivamente alle lezioni e impegnandosi di più nel loro percorso di apprendimento.

Questo è un circolo virtuoso: la gentilezza dell’insegnante non solo stimola il desiderio di apprendere, ma favorisce un atteggiamento di rispetto reciproco tra gli studenti, migliorando il clima della classe.

Insegnare con gentilezza significa riconoscere i bisogni emotivi degli studenti, mostrando empatia e comprensione di fronte alle loro difficoltà.

La gentilezza è anche strettamente legata alla capacità di ascoltare e di comprendere le esigenze degli altri.

Un insegnante che pratica la gentilezza è in grado di mettersi nei panni dei suoi studenti, cercando di capire le loro sfide, le loro paure e le loro insicurezze. Questo approccio umanizza l’educazione, trasformando l’insegnante in una figura di supporto, piuttosto che in un’autorità distante.

Quando gli studenti si sentono compresi e supportati, diventano più sicuri di sé, imparano ad accettare gli errori come parte del processo di apprendimento e sono meno inclini a sentirsi sopraffatti dalle pressioni accademiche. L’insegnamento non si limita a trasferire conoscenze, ma include anche l’educazione del carattere.

Insegnare la gentilezza significa instillare nei ragazzi l’importanza dell’empatia, del rispetto e della tolleranza.

Queste qualità non solo migliorano le loro relazioni interpersonali, ma contribuiscono a formare cittadini responsabili e consapevoli, capaci di agire con compassione e comprensione nella loro vita quotidiana.

Posso testimoniare che quando gli studenti vedono l’esempio di un insegnante che tratta tutti con gentilezza, tendono a riprodurre quei comportamenti anche al di fuori della scuola, nei loro rapporti con amici, familiari e comunità.

Un altro aspetto cruciale della gentilezza è che essa crea un ambiente sicuro per l’apprendimento.

Un ambiente in cui gli studenti non si sentono giudicati o ridicolizzati per i loro errori è un ambiente in cui si sentono liberi di esprimersi, di provare, di sbagliare e di crescere.

La gentilezza permette di affrontare le sfide con un atteggiamento positivo, incoraggiando gli studenti a vedere gli ostacoli non come insormontabili, ma come opportunità di miglioramento.

Quando un insegnante dimostra pazienza e incoraggia gli studenti anche quando commettono errori, questi sviluppano la resilienza necessaria per affrontare le difficoltà con fiducia e determinazione.

Oltre all’importanza che la gentilezza ha nella classe, essa ha un impatto molto più ampio sul mondo esterno. Gli studenti che crescono in un ambiente di gentilezza e rispetto saranno più propensi a praticare questi stessi valori nella loro vita adulta.

Il mondo, oggi più che mai, ha bisogno di persone che sappiano agire con empatia, che siano capaci di ascoltare e di comprendere gli altri.

La gentilezza crea un effetto domino: una piccola azione gentile può ispirare altre persone a fare lo stesso, contribuendo così a costruire una società più inclusiva e solidale.

Infine, la gentilezza, pur sembrando un gesto semplice, ha un potere straordinario nel trasformare la vita di chi la riceve e di chi la pratica. Dopo tanti anni di insegnamento, avrai sicuramente visto come un piccolo gesto di gentilezza possa cambiare l’intera giornata di uno studente, infondere coraggio e autostima in chi ne ha più bisogno.

La gentilezza è una forza silenziosa, ma potente, capace di costruire relazioni profonde e durature, e di creare un ambiente in cui tutti possono prosperare. Insegnare con gentilezza, quindi, non è solo un approccio pedagogico, ma una missione di vita.

È una scelta consapevole di voler lasciare un segno positivo nelle vite degli altri, trasmettendo non solo conoscenza, ma valori che durano per sempre.

Nicola Incampo

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