Fino a pochi anni fa i treni erano a scompartimenti, cioè erano divisi a cabine di sei posti.
Vi confesserò che a me piacevano, anche se erano molto più lenti dei treni di oggi.
Era molto più facile instaurare dialoghi con gli altri passeggeri.
Le sei ore di viaggio… passavano prima.
In uno dei tanti viaggi che ho fatto dal mio Paese a Roma, mi è capitato più di qualche volta di incontrare persone simpatiche.
Ricordo una domenica pomeriggio nello scompartimento con altre cinque persone, risposi al cellulare dicendo per più di qualche volta che non era come affermava il mio interlocutore.
Ero nervoso perché non riuscivo a farmi capire.
Con molta educazione chiusi la conversazione e chiesi scusa ai miei compagni di viaggio.
Un signore molto distinto mi disse: “Il vero sapiente è colui che sa di non sapere, consapevole com’è della complessità del reale e del limite del suo conoscere.”
Lo guardai con stupore e soddisfazione.
Stupore perché pur non sentendo il mio interlocutore aveva capito la sua richiesta; soddisfazione perché avevo capito che il signore aveva capito.
Oggi ho riportato alla mente questo fatto e ho “dilatato” la risposta di quel signore rileggendo una lettera di Galileo Galilei il quale scriveva: “Signor Sarsi, infinita è la turba degli sciocchi, cioè di quelli che non sanno nulla; assai son quelli che sanno pochissimo di filosofia; pochi son quelli che ne sanno qualche piccola cosetta; pochissimi quelli che ne sanno qualche particella; un solo Dio è quello che la sa tutta.”
Se voi riflettete il saggio è anche convinto che la vera sapienza è selettiva e non onnivora.
È come dire che il saggio sa centrare il nucleo delle questioni senza perdersi nelle periferie o lasciarsi distrarre dalle componenti secondarie.
Avete mai riflettuto sull’opera dello scultore?
La sua opera consiste nel saper togliere e tagliare.
Sì togliere e tagliare.
Pensate oggi a certe verità o a certe ideologie, segno di una vertà impazzita, ma sempre ancorate a un fondamento e capaci di diventare sorgenti di pensiero e di ricerca.
Però c’è anche un aspetto negativo dell’errore, che è la sua giustificazione.
Vorrei concludere questa riflessione con le parole dello scrittore Robert Musil: “Non esiste una sola idea importante di cui la stupidità non abbia saputo servirsi. La stupidità è versatile e può indossare tutti i vestiti della verità.
La verità invece ha un solo abito e una sola strada e purtroppo è sempre in svantaggio”
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica