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Il prof. Incampo e l’apostolo San Filippo: “Noi siamo i testimoni che Dio esiste e l’abbiamo conosciuto”

Un apostolo che mi ha sempre incuriosito e sorpreso è sicuramente San Filippo.

Di  San Filippo il Vangelo conserva solo questo scambio di battute con Gesù: “Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: «Mostraci il Padre»? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.”

Qualcuno ha definito questi versetti “Il Vangelo di San Tommaso”.

Dopo aver letto questi versetti sicuramente pure voi vi farete le due domande che mi son fatto io: “Cosa conta Dio nella mia vita?”

“Merito pure io il rimprovero che Gesù ha fatto a Filippo: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto?

Avete mai riflettuto al dramma della nostra vita: da tanto tempo siamo battezzati, andiamo in chiesa, ci facciamo la Comunione, e ancora non lo conosciamo!

Ricordo ancora oggi il giorno della mia prima confessione, il sacerdote che non avevo mai visto prima, mi disse: “Ricordati ragazzo che se tu stai con il Signore, il Signore starà sempre con te”.

Sono cresciuto sempre con la convinzione che quando mi capitava qualche fatto che  mi colpiva e non sapevo giudicare, mi ritornavano in mente le parole di quel Sacerdote: “Come si sarebbe comportato Gesù al posto mio?”

In questo periodo di privazioni torna con prepotenza quello che Dietrich

Bonhoeffer affermava: “Oggi gli uomini vivono come se Dio non esistesse”.

Questo significa che gli uomini non si affannano più a dimostrare che Dio non esiste, ma non ne parlano mai, ne fanno a meno.

Ecco perché Dio diventa un qualcosa di lontano, inaccessibile e senza influsso sulla vita dell’uomo.

È questo il motivo per cui molti vanno dai maghi per risolvere i loro problemi!

Rifiutano Dio e vanno a cercare consolazione dall’uomo!

La verità è che noi siamo i testimoni che Dio esiste e noi l’abbiamo conosciuto.

Per poterlo trasmettere e testimoniare agli altri dobbiamo conoscerlo noi.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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