Quando ero bambino mi entusiasmavo a sentire i discorsi che facevano i grandi.
Ricordo che un giorno un vecchietto diceva: “Per molti essere contadini significa essere cafoni, ma sapete che Dio è il contadino supremo che irriga le campagne coi sui occhi”.
“Dio è il contadino supremo”
Che idea bellissima di Dio.
Oggi, e solo oggi, pregando, ho scoperto la saggezza di quelle parole!
Perché direte voi, perché oggi ho pregato con il Salmo 65 che recita così:
“Tu visiti la terra e la disseti:
la ricolmi delle sue ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu fai crescere il frumento per gli uomini.
Così prepari la terra:
Ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge
e benedici i suoi germogli.
Coroni l’anno con i tuoi benefici,
al tuo passaggio stilla l’abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di grano;
tutto canta e grida di gioia.”
Che saggezza!
Vorrei concludere questa mia riflessione con una delle cosiddette Diciotto Benedizioni del culto giudaico:
“Benedici, Signore Dio nostro, questa annata e ogni genere di raccolto per nostro beneficio. Dà la rugiada e la pioggia come una benedizione su tutta la superficie della terra e sazia con la Tua benedizione il mondo intero, Concedi benedizione, abbondanza e successo a ogni opera delle nostre mani, e benedici le nostre annate come le annate migliori e più benedette.”
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica