Site icon TuttoH24.info

Il prof. Incampo, da un’esperienza di volontariato ai racconti dal carcere

Fino a prima della pandemia ho fatto volontariato al carcere. Andavo tutti i venerdì di pomeriggio.

Ho conosciuto molti carcerati. Ognuno di loro aveva una storia da raccontarmi e dietro ad ogni storia c’era la loro storia. Ricordo in modo particolare i primi incontri: quando si presentavano raccontavano la storia, quella che tutti conoscevano.

Un venerdì avevo fatto una riflessione su un versetto del vangelo di Matteo: “Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.”

Quel giorno dopo l’incontro notai che un detenuto faceva tutto il possibile per incontrarmi da solo, mi fermai e lo ascoltai.

“Professore, la mia storia la sapete, ma non è quella, voglio raccontarvi la vera.

Sono innocente e sto in carcere per difendere mio fratello più piccolo, mi assunsi tutta la responsabilità sia della droga che delle armi.

Il carcere mi ha fatto diventare cattivo. Odio mio fratello e odio mia madre”.

Si mise a piangere e ritornò in cella.

Qualche settimana più tardi incontrai nel parlatorio del carcere la mamma in attesa del colloquio col figlio.

Si presentò, ho ancora impresso nella mente il sorriso triste di quella bella signora, separata dal marito e con due figli.

Ricordo che la signora mi disse: “Professore non giudicate male mio figlio. È stato tanto sfortunato, ha sentito la mancanza del padre più del fratello. Non è cattivo, ha bisogno di tanto amore”.

Vi confesserò che la bontà di quella donna era commovente.

Pensavo: ecco una mamma che ama davvero suo figlio, lo difende, vede in lui tutto il bene e chiude gli occhi sul male.

Voi che mi leggete, pensate che Dio sia meno buono di quella mamma?

Pensate che Dio ci ami meno di quanto quella mamma ama suo figlio?

Che bello pensare che Dio ci ama e ci perdona così!

Vorrei concludere questa mia riflessine con le parole di Isaia: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.”

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

Pubblicità
Exit mobile version