Una delle domande più frequenti che mi facevano gli alunni del liceo era questa: “Professore, ma quale salvezza ha portato veramente Cristo per l’uomo? Diciamo: la salvezza dell’anima, una salvezza spirituale, trascendente, dopo la morte; cioè il Paradiso, la vita eterna”.
La domanda mi riportava in mente il racconto che san Luca ci fa del comportamento di Gesù nella sinagoga di Nazaret: “Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto
messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore.
La risposta alla domanda è proprio Gesù che è venuto a salvare l’uomo tutto intero, non solo l’anima: il Regno di Dio incomincia già in questa vita, ma si realizzerà pienamente dopo la morte.
La credibilità del messaggio cristiano è la sua efficacia nella storia, sul piano della liberazione dell’uomo da ogni oppressione.
Vorrei ricordare a tutti che san Giovanni dice che la carità verso il prossimo è verifica dell’amore di Dio: non si può amare Dio se non si ama il prossimo, soprattutto il prossimo più povero e bisognoso.
E non si può davvero amare il prossimo in modo disinteressato, se non per amare Dio.
E ricordo molto bene che a questo punto alcuni ragazzi mi chiedevano: “Cosa vuol dire amare il prossimo? Fare solo elemosina e beneficenza?”.
Sicuramente no. Vuol dire proprio quello che Gesù ha detto: “Son venuto ad annunziare la buona novella ai poveri, a rimettere in libertà gli oppressi, a predicare ai prigionieri la liberazione …”
Vuol dire veramente costruire un mondo nuovo, fraterno, giusto, rispettoso dei diritti dell’uomo, senza oppressioni di nessun genere.
La verità è che lo dimentichiamo spesso: ci adattiamo a tutte le situazioni di ingiustizia, di guerra, di dittatura.
Non sempre pensiamo che se il cristianesimo non è efficace per liberare l’uomo non è credibile.
Dobbiamo ancora scoprire il significato profondo della manifestazione di Gesù.
Come cristiani ci dobbiamo comportare diversamente dalla logica del mondo.
Dobbiamo dare un segno di pace, di bontà, di perdono, di generosità, di amore al prossimo.
Concludevo la risposta alla domanda dicendo: “Ragazzi, dobbiamo costruire un mondo alternativo, in cui l’uomo sia amato e rispettato. Gesù è venuto per questo”
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica