Uno dei momenti più interessante alla scuola superiore è sen’altro la partecipazione come relatore all’assemblea d’istituto.
Qualche anno fa in una scuola superiore fui invitato a relazionare ad un’assemblea d’istituto dal tema: “Nord – Sud: quale solidarietà”.
Ricordo di aver messo in evidenza l’abisso esistente tra i popoli ricchi del Nord e i popoli poveri del Sud.
Ricordo ancora di aver messo in evidenza il fatto che moltissime persone non il necessario per vivere.
A questo punto indicai le due possibili soluzioni.
La prima: spetta ai governi dei paesi ricchi preoccuparsi di interessarsi dei paesi poveri e creare quelle condizioni di giustizia e di uguaglianza.
La seconda invece riguarda ciascuno di noi, specie i giovani: la solidarietà, il volontariato.
Il dono più grande che possiamo fare ai poveri – dissi – non è il denaro, ma dare noi stessi.
E per dire a tutti che non era una mia idea, ma la volontà di Dio, dissi: Gesù ci ha detto: “Come avete ricevuto gratuitamente, così gratuitamente date”. (Matteo 10,8)
Invitai i ragazzi a riflettere sui doni che Dio ci aveva donato gratuitamente: intelligenza, ricchezza, salute, giovinezza, tempo, formazione professionale.
Questi beni – afferma – non vanno vissuti in modo egoistico, ma altruistico.
Ho bene impresso nella mia memoria la domanda di un ragazzo che mi disse: “Professore, ma i miei genitori mi hanno sempre detto: non dare mai nulla gratis, se non ne ricavi qualcosa di vantaggio”.
Di getto risposi: “Tu pensi che questo sia giusto? ”
Il ragazzo con molta sincerità rispose: “No”.
Ecco, senza voler giudicare nessuno, penso che questa mentalità in questo periodo di pandemia sia esattamente all’opposto di quello che ha detto e ha fatto Gesù: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”. (Atti 20,35)
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica