“Occorre tenere alta l’attenzione sull’emergenza in cui versa la Biblioteca provinciale Tommaso Stigliani di Matera. Per questo oggi ho voluto presentare qui il mio libro. C’è bisogno di esserci e dimostrare la vivacità dei materani”. E’ quanto sostenuto dalla giornalista Antonella Ciervo che ieri sera nella Sala Battista della Biblioteca materana, insieme a Margherita Perretti, presidente della Commissione regionale delle pari opportunità e con la giornalista freelance Nancy Porsia ha presentato il suo ultimo lavoro pubblicato dal titolo “Con i piedi in guerra. Vite di uomini e donne che hanno raccontato l’orrore” (Edigrafema). Sulla questione della Biblioteca, in apertura della serata, ha preso la parola Pasquale Doria, consigliere comunale di Matera il quale ha chiesto, a nome del presidio di difesa della istituzione, di confermare gli impegni presi dalla Regione stanziando le somme annunciate e di stabilizzare con una norma regionale la delega alla cultura per la Provincia di Matera al fine di dare continuità nella gestione come avveniva prima della Legge Del Rio. Si è quindi passati a discutere del libro. Durante il dibattito condotto da Margherita Perretti, è stato spiegato che si tratta di un testo di interviste con personalità del mondo dell’informazione, reporter, esperti di geopolitica che hanno vissuto e operato in contesti di guerra a partire dall’Africa, Medio Oriente e Ucraina. “Nel libro volevo raccontare – ha detto in proposito la Ciervo – la voce degli inviati, quello che c’è dietro una cronaca di guerra. Chi sono e che rapporto hanno con il loro mestiere, con la paura e il dolore, ma anche con le proprie famiglie in quanto si tratta di persone che svolgono un lavoro pericoloso, ma hanno anche delle vite normali”. L’autrice si è detta molto onorata di avere nel testo la testimonianza della reporter materana Nancy Porsia i cui servizi molto apprezzati sui migranti e sui diritti umani violati sono stati pubblicati dalle più importanti testate internazionali, in particolare quelli sulla Libia dove la giornalista ha vissuto per anni. E sul difficile mestiere del reporter freelance di guerra si è soffermata Nancy Porsia che ha raccontato di come si è approcciata a questo mestiere e di come si vive da giornalista indipendente nelle aree di guerra: la precarietà e le difficoltà, la capacità e la necessità di interazione con la gente del posto e con i militari. Per finire alle incertezze nella pubblicazione dei servizi prodotti e in definitiva di come, per portare avanti questo genere di vita, ci vogliano forti motivazioni, passione e tanta voglia di raccontare i grandi drammi che vivono intere popolazioni.
Filippo Radogna