Giovedì 10 aprile, in tutta Italia, la Polizia di Stato celebrerà il 173° anniversario della sua Fondazione. A Matera, la cerimonia avrà luogo in Piazza Montegrappa del Borgo La Martella, alla presenza delle Autorità locali, civili, militari e religiose e sarà aperta...
“Peanuts significa cose diverse per persone diverse: la prima cosa che viene in mente ad alcuni sono le buffonate di Snoopy e Woodstock; altri penseranno a Charlie Brown e alla sua banda di emarginati, con le loro eccentricità e i loro problemi; per altri ancora, sono gli speciali televisivi che venivano trasmessi ogni anno a Natale, con l’insegnante che diceva: «Wah wah wah».
Chiunque abbia anche solo una familiarità superficiale con la striscia conoscerà alcuni dei sui elementi simbolo: il ‘buonismo’ di Charlie Brown, la coperta di Linus, il pianoforte di Schroeder, la cuccia di Snoopy e il chiosco da psichiatra di Lucy.”
Agli iconici personaggi nati dalla penna di Charles M. Schulz è dedicato un testo imperdibile per gli amanti del genere, Il grande libro dei Peanuts. La storia ufficiale (Magazzini Salani, prefazione di Stephen Colbert) scritto da Simon Beecroft.
Bozzetti rarissimi, strisce iconiche, oggetti da collezione e tutte le tappe dell’evoluzione dei Peanuts – dal 1950 a oggi, dalla California al Giappone – caratterizzano questo volume, a metà tra enciclopedia e opera d’arte piena di contenuti inediti e curiosità di cui fare tesoro.
La prima striscia dei Peanuts apparve la mattina del 2 ottobre 1950 su sette quotidiani nazionali: “Schulz aveva un contratto di cinque anni, con il sindacato che deteneva i diritti d’autore sui personaggi e il 50% dei profitti. Nel primo mese, per sei strisce a settimana, uscite dal lunedì al sabato, Schulz fu pagato 90 dollari. Era arrivato!”
La storia fantastica dell’unico fumettista che ha ricevuto l’onore di una mostra al Louvre di Parigi si dipana tra strisce e aneddoti, in un amarcord pieno di nostalgia, ripercorsi minuziosamente da Beecroft: “Negli anni ’70, Snoopy e Charlie Brown sono al massimo della loro caratterizzazione, con teste molto più grandi in proporzione al resto del corpo. Negli anni ’80, la mano di Schulz inizia a tremare e deve imparare a disegnare lentamente, con una mano che regge l’altra. Negli anni ’90 vediamo versioni più abbozzate e meno definite dei personaggi, quasi fossero invecchiati insieme al loro creatore”.
Uno dei simboli è Snoopy, bracchetto irresistibile, perché, tra le altre cose, “semplicemente non è oppresso da varie nevrosi come tutti gli altri personaggi. Balla come un adolescente, bacia come un bambino ed è sempre irrimediabilmente se stesso”. Verso la fine degli anni Cinquanta è lui che diventa una star internazionale, con una fiorente industria del merchandising nata intorno al suo personaggio.
I Peanuts sono rimasti nel cuore di quanti li hanno incontrati la prima volta da adolescenti. E meritano di entrare nel cuore dei ragazzi di oggi. Come scrive Colbert nella prefazione: “Non importa la nostra età: l’albero mangerà il nostro aquilone. La ragazzina dai capelli rossi potrebbe non accorgersi mai di noi. Non riceveremo alcun biglietto di auguri per San Valentino o caramelle di Halloween. Il nostro cane sarà più popolare di noi. La palla da football ci verrà tolta da sotto i piedi all’ultimo secondo, ancora una volta. E così via. Ma sappiamo che non rinunceremo mai a provarci. Ogni primavera penseremo che questa sarà la stagione vincente, testoni fino alla fine.”
Rossella Montemurro