“Ti stendi sul divano per passarci la notte. Dirai che avevi caldo. Non piangi ancora. Anche senza averlo mai provato, sai cosa ti aspetta. Presto darai qualunque cosa perché ti chiami. Pregherai, ritroverai la strada dell’infanzia, quella delle litanie quando il buon Dio era uno sportello. Ridatemelo e farò la brava. Ti taglierai i capelli, incrociare uomini della sua statura o con il suo nome ti squarcerà in due. (…)”.
La passione, la sensualità, l’azzardo. La voglia di andare oltre malgrado la certezza che può bastare un passo falso per cancellare tutto quello che abbiamo costruito. Il desiderio di rischiare, indifferenti alle conseguenze.
Laure ha una vita dall’esterno perfetta. Invidiabile. Ha quarant’anni, un marito, due figlie e una cattedra di Storia all’università. Ma quella mancanza di senso, che ormai avverte da un po’, proprio non le dà tregua. Ecco perché quando a una cena di lavoro incontra Clément – un analista finanziario sulla cinquantina, con un lordo annuo di tutto rispetto, uno che sa come va il mondo e vive da solo con un cane che ha chiamato Papà – sente accendersi un fuoco, lo asseconda per dare uno scossone a quella routine che le va stretta e che pian piano la sta spegnendo.
Fuoco (Rizzoli) di Maria Pourchet è un romanzo che non ha mezze misure, che si impone nello stesso modo della passione che divampa tra Laure e Clément. Una coppia che è lo specchio della contemporaneità, quando si è alla ricerca di situazioni capaci di scuotere, non importa se deleterie. L’importante è sentirsi vivi. Bruciare, come fa Vera, la figlia maggiore di Laure che si batte nel movimento studentesco del suo liceo, facendo emergere il carisma in un ruolo comunque scomodo e diventando inconsapevole testimone di ciò che sta accadendo alla madre, sempre mite, da lei così diversa.
Non c’è romanticismo né farfalle nello stomaco. Questa non è una storia d’amore ma il resoconto di una discesa agli inferi, di un lento logorio di ciò che accade quando per gli uomini non è contemplato il fallimento e le donne sono invitate a non uscire dai binari di una routine tranquilla, casa e lavoro. Quando poi entrambi sono certi di riuscire a prendere le distanze dai sentimenti, è inevitabile il crollo nel momento in cui si scopre che è praticamente impossibile.
Maria Pourchet, accostata dalla critica europea a Michel Houellebecq per il suo stile provocatorio, ci consegna una storia amara e di conflitti: da una parte la libertà di esprimere i propri desideri, dall’altra una società, la nostra, inadatta a dare pace.
La forza stilistica ed espressiva della Pourchet – scrittrice e sceneggiatrice francese, autrice di romanzi editi da Gllimard – è notevole: Fuoco è stato in lizza per il Prix Gpuncourt 2021 ed è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.
Rossella Montemurro