“Se dopodomani Mario Draghi venisse a portarmi a casa un milione di euro in contanti e mi dicesse di usarli per mantenere un bambino, declinerei l’offerta…”
Perché i giovani non fanno più figli? Perché, per incredibile che possa sembrare, ce ne sono alcuni che non ne fanno perché non ne vogliono fare, che stanno bene così. Su questo argomento, quanto mai divisivo, la giornalista Simonetta Sciandivasci ha innescato un dibattito acceso, esattamente un anno fa, dalle pagine del settimanale Specchio (l’inserto culturale de La Stampa): prendendo spunto dal report dell’Istat sulla natalità, al suo minimo storico, scrive sul, un articolo in cui rivendica la sua posizione di non volere figli.
“Cara Istat – diceva – ti scrivo perché non rientro nei tuoi grandi numeri. Sto in un 5%. Una florida e talvolta felice minoranza di donne che non fanno figli perché non vogliono”.
Apriti cielo. In poche ore i commenti sono centinaia, al tono lucido e ironico dell’autrice si scontrano risposte che spaziano principalmente dall’indignazione agli insulti. Qualcuno si trova sulla sua stessa lunghezza d’onda, la maggior parte non condivide le sue posizioni, per quanto soggettive e del tutto pacate. Così, ha raccolto nel volume I figli che non voglio (Mondadori) una trentina di testimonianze in cui tante donne, ma anche alcuni uomini, hanno raccontato la propria esperienza, interrogandosi sui motivi per cui si diventa genitori oppure no, ragionando sulle diverse possibili fisionomie di una famiglia.
Nadia Terranova nascondeva la verità (“Non ne faccio perché ho paura che muoiano”) a una domanda in cui, parole sue, “le sfumature non sono ammesse. Io, invece, me le sono prese tutte”. Fin quando è arrivata sua figlia.
Per Michela Marzano “avere o non avere figli è uno dei tanti elementi della vita. Una di quelle cose che contribuiscono a fare di ogni persona ciò che è. Né migliore né peggiore, in fondo. Esattamente come il lavoro che si sceglie o che si subisce. O le persone che si amano, che talvolta sono esattamente come si pensava dovessero essere, ma che altre volte sono del tutto diverse. Nella vita, niente è semplice come sembra. Ognuno si aggiusta come può con i fatti della propria esistenza. E, in fondo, va bene così”.
“Avere un figlio, per me che non ho mamma e papà che mi aiutino e che ho un mutuo di trent’anni a me intestato, vorrebbe dire compromettere tutto quello che ho costruito finora. E siccome so quanto mi è costato arrivare fin qui, non mi va di ascoltare le sirene che mi dicono di fare un figlio tanto poi si vedrà”: per Maria Cafagna la scelta di non avere figli merita più rispetto.
Secondo Giorgia Surina “L’essere sola per una donna che desidera diventare mamma non può essere un ostacolo insuperabile. Per questo, anche se non sono mamma, so che dare la vita non potrà mai essere un gesto sbagliato. E per questo, diventare mamma single è un immenso atto d’amore nei confronti della vita”.
Sandro Bonvissuto sottolinea che “gli uomini non sono padri per natura, essere madre è natura, essere padre è un’altra cosa. (…) Ma la demolizione del maschio si è portata appresso anche la sconfitta del padre. Ed è strano perché essere padri non significa mica essere maschi”.
Ancora, c’è chi valuta il congelamento degli ovuli prima di intraprendere un percorso di transizione da donna a uomo, chi sostiene che i padri siano ben felici di non avere la parità genitoriale e chi patisce l’onnipotenza delle madri in caso di separazione. Ci sono donne che chiedono più rispetto per la scelta di non essere madri, uomini che provano a smontare i narcisismi, le fragilità, le contraddizioni dell’essere padre. E poi ci sono doti che attendono pazienti nei bauli, nonne e madri che attendono nipoti da figlie che con noncuranza varcano la soglia dei trentacinque anni…
Bello, ricco di spunti, non arroccato su un’unica posizione, I figli che non voglio contribuisce ad alimentare un dibattito pieno di sfaccettature e, probabilmente, inesauribile.
Hanno scritto: Viola Ardone, Sandro Bonvissuto, Maria Cafagna, Elisa Casseri, Francesco Ditaranto, Marco Franzoso, Flavia Gasperetti, Loredana Lipperini, Elena Loewenthal, Andrea Malaguti, Michela Marzano, Daniele Mencarelli, Assia Neumann Dayan, Gianluca Nicoletti, Raffaele Notaro, Melissa Panarello, Veronica Pivetti, Silvia Ranfagni, Francesca Sforza, Caterina Soffici, Giorgia Soleri, Elena Stancanelli, Giorgia Surina, Nadia Terranova, Maria Sole Tognazzi, Alec Trenta, Carlotta Vagnoli, Ester Viola.
Simonetta Sciandivasci è nata a Tricarico nel 1985 ed è cresciuta a Matera. Lavora alla redazione cultura della “Stampa”. Ha scritto per “Il Foglio”, “Linkiesta”, “Rolling Stone”, “La Verità”, “la Repubblica”. Ha collaborato con la Rai, in radio e in tv, come consulente e autrice. Collabora con la Scuola Holden e l’Accademia Molly Bloom. È redattrice di “Nuovi Argomenti”.
Rossella Montemurro