Le festività natalizie iniziano sempre all’insegna della tradizione: l’albero, il presepe, i doni, i dolci, le tavolate, la tombola con lo zio di turno, sempre lui, che al primo numero estratto già grida “AMBO!”…
E tutto si trasforma in attesa, quasi di leopardiana memoria, perché forse l’attesa della festa non è essa stessa una festa?
Persino nella liturgia cattolica questo periodo si chiama Avvento, che letteralmente significa arrivo, compimento in questo caso del Natale che porta gioia e festa nel calore del focolare domestico…
Il mio pensiero però non può non rivolgersi a chi è in attesa di un posto di lavoro, a chi è in attesa di un esito di un esame medico, persino a chi è in attesa di un figlio, magari di due gemelli, a chi è in attesa di incontrare l’amore della sua vita, l’attesa fuori la terapia intensiva… e quanto può essere diversa l’attesa…
L’attesa diventa uno ‘speriamo domani’ e a volte però ci sono quei domani che non arrivano mai e ti lasciano sospeso in un limbo in cui ti sembra di vivere una vita non tua.
Orbene possiamo dare una svolta? Possiamo avvicinarci al nostro domani?
Assolutamente!
Basta non fermarsi, continuare a camminare, mollare le redini senza perdere di vista dove stiamo andando ma senza perdere l’occasione di osservare come cambia il panorama mentre viviamo
Questo il mio personale augurio a tutti voi!
Camminate: passo dopo passo domani arriva!
Valete