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FestivaLetteratura di Mantova: nasce Prehistorica Editore e debutta, insieme a Marcello Fois, con “Sul riccio” dello scrittore francese Eric Chevillard

 
 
Sabato 7 settembre debutta al FestivaLetteratura di Mantova e in tutte le librerie d’Italia, distribuita e promossa da Messaggerie Libri, Prehistorica Editore: un progetto editoriale dedicato alla letteratura contemporanea di qualità nato da un’idea di Gianmaria Finardi, traduttore e francesista, e della sua compagna Giulia Mondini. Un’idea nata fuori dal frastuono del dibattito culturale degli ultimi anni e tra i dubbi, le domande, gli affanni di un traduttore innamorato del suo lavoro. Prehistorica Editore nasce sulle rive del fiume Mincio tra Peschiera del Garda e Valeggio, ma si dipana chiara e vivace come le acque di un mare aperto. Un piano editoriale dedicato alla qualità e non alla quantità, fuori dalle ottiche di iperproduzione e conseguenti rese incondizionate dei libri che appaiono e scompaiono velocemente in libreria: pochi titoli all’anno, ma con un unico scopo, quello di imprimersi nell’immaginario di chi li sfoglia e li legge.

Un editore, un autore e molto altro:  Prehistorica Editore e Éric Chevillard

Un progetto editoriale dedicato, in questa prima fase, alla migliore letteratura francese, con un occhio molto attento allo stile dei suoi autori oltre che ai contenuti: non a caso Finardi è lo scopritore italiano di uno degli autori più significativi della letteratura francese contemporanea, Éric Chevillard, tradotto in diversi paesi e noto per la peculiare raffinatezza delle sue opere (fra cui oltre venti romanzi, tutti pubblicati in Francia dalle eleganti Éditions de Minuit).

Se è vero che lo stile è inimitabile e la maniera mera riproduzione, allora merita attenzione Sul riccio, il romanzo con cui Prehistorica Editore debutta sabato 7 settembre a Mantova: un incipit quasi “irritante” come il suo protagonista (un riccio molesto piombato sui fogli di uno scrittore in piena crisi creativa), un gioco a deridere le nevrosi proprie dell’artista come anche la grande tradizione di cui pure Chevillard fa parte, quella di Samuel Beckett e Henri Michaux. Finardi ha portato per primo in Italia e studiato Chevillard, accompagnandolo prima come traduttore (sono già usciti in Italia Sul soffitto e Palafox, pubblicati da Del Vecchio Editore), e ora anche come editore (un’intera collana, denominata appunto “Chevillardiana”, è dedicata a lui nel piano editoriale della casa editrice). “Chevillard compare sulla scena letteraria francese a soli ventiquattro anni, scoperto dal leggendario Jérôme Lindon, che fu anche editore degli autori del Nouveau Roman”, ci racconta lo stesso Finardi. “Elabora progressivamente una propria estetica dell’incongruo tesa a implicare il lettore nella costruzione di un senso che, tra dimensione ludica, umorismo nero e decostruzione della plausibilità narrativa, continuamente sfugge ai tentativi di catalogazione. Oggi i suoi romanzi poetici sono tradotti in nove lingue, dalla Cina agli Stati Uniti, passando per il Messico. Sul riccio è il terzo romanzo”.

Perché “Prehistorica Editore”?

Dietro ogni nome si nasconde una storia. La storia di Prehistorica Editore è presto detta dallo stesso editore-traduttore: “Come crediamo si evinca dal logo (un dinosauro che morde un libro), vuole essere una metafora paradossale del fare tabula rasa. Ma non si tratta, per nulla, di una pulsione nichilista. Il principio positivo e propositivo da cui muove l’intero progetto, e che accomuna la scelta di tutti i nostri titoli, è la ricerca di uno strumento letterario ante litteram, inedito e abrasivo, che sia in grado di fare presa sul reale, per ripensarlo. Siamo convinti che il mondo, quello che usiamo chiamare indebitamente “il nostro mondo”, altro non è che un costrutto culturale condiviso dalla maggioranza delle persone. Diffondere libri coraggiosi, critici, che mettano in crisi lo status quo (libri pericolosi, direbbe Cioran), questa è la missione di Prehistorica Editore. Anche così, in nome di una certa aggressività, si spiega il morso (o il sorriso ironico, dipende) del nostro dinosauro; questo stesso morso giustifica lo squarcio grafico che caratterizza tutte le nostre copertine. Una menzione particolare merita quella -h fossilizzata nel nome: è una vestigia della parola histoire, e testimonia della vocazione prevalentemente francofona della casa”.

Le collane e le prossime uscite per il 2019

Prehistorica Editore è una casa indipendente e di progetto che pubblica la grande Letteratura, prevalentemente francese, in quattro collane: “Scintille”, dedicata alle forme brevi e/o fuggevoli: vi troverà spazio tutto ciò che non può né vuole iscriversi nella narrativa tout court. “Ombre lunghe”, consacrata al grande romanzo. “Pamphlets”, riservata ai pamphlets letterari del passato forieri di grande fermento culturale. E naturalmente “Chevillardiana”, un’intera collana dedicata alle opere di Éric Chevillard, che incarna splendidamente lo spirito della casa. Oltre a Sul riccio che emblematicamente tiene a battesimo la casa editrice col suo gioco di stile sulle manie e sui clichés degli scrittori e dei lettori (un romanzo sull’ossessione da pagina bianca che non mancherà di divertire e provocare chi ama leggere come chi ama scrivere). Prehistorica Editore ha previsto, per la collana “Ombre lunghe”, la prima opera tradotta in Italia del pluripremiato Pierre Jourde (attualmente pubblicato da Gallimard), Paese perduto: un romanzo di matrice autobiografica (l’autore è uno dei più brillanti critici letterari d’Oltralpe, nonché pugile e boxeur nella vita e nello stile) il cui protagonista è intento nella ricerca delle proprie radici, che affondano nella regione più remota e rurale di Francia, l’Auvergne: più vi si avvicinerà, più vi si perderà. L’autore riuscirà a trascinarci in questo vero e proprio descensus ad inferos, che per gli alti slanci poetici ricorda un certo Julien Gracq. Jourde sarà a Milano, nelle giornate di “Book City”, alla Libreria Verso, sabato 16 novembre.

Sarà invece una scrittura fresca ed evocativa a mostrarci – nella collana “Scintille” – il mondo inaudito e irripetibile dell’autore belga Eugène Savitzkaya, in Marin(ai)o è il mio cuore: un omaggio alla paternità vissuta in prima persona, come solo colui che viene definito l’ultimo dei surrealisti poteva fare.

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