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Fase 2 e sport da combattimento: circa 6 atleti su 10 riprenderebbero ad allenarsi in palestra

Circa 6 atleti su 10 (58,7%) che praticano arti marziali e sport da combattimento durante la fase 2 riprenderebbero ad allenarsi in palestra nel rispetto delle linee guida nazionali. È quanto emerge dal questionario promosso dai Maestri Biagio Tralli della Dynamic Center di Matera e Massimiliano Monaco dell’Accademia delle Arti Marziali e Sport da Combattimento di Potenza, condiviso e diffuso attraverso la FIKBMS e l’UIJJ su tutto il territorio nazionale e tramite i canali diretti con atleti e tenici attraverso i social media (Facebook, Instagram e gruppi Whatsapp).

“L’intento di questo sondaggio – spiegano Tralli e Monaco – è quello di fugare dubbi e paure da cui tutti siamo assaliti e capire necessità, desideri e preoccupazioni della nostra grande community. Nello specifico: se e come si stavano allenando durante il periodo del lockdown; le intenzioni riguardo alla possibilità di ritornare ad allenarsi in palestra in prossimità del graduale allentamento delle misure restrittive con l’arrivo della Fase 2. 

Questo è il modo in cui abbiamo provato ad aiutare concretamente tutto il network italiano delle arti marziali e degli sport da combattimento, condividendone i risultati”.

Hanno risposto al nostro questionario 2.171 persone da tutte le regioni italiane, il 34,9% dei quali risiedenti nel Nord del Paese, l’11,8% nel Centro e il 53,3% nel Sud.

Tra gli intervistati, le donne sono il 27,8%, percentuale che varia poco nelle tre ripartizioni geografiche risultando un po’ più alta al Sud (25,9% nel Nord; 26,5% nel Centro; 29,4% nel Sud). Il 15,0% degli intervistati è costituito invece da istruttori.

Durante il lockdown l’86,7% degli atleti ha dichiarato di aver continuato ad allenarsi, percentuale pari a 84,7% nel Sud 90,9% nel Centro e 88,6% nel Nord.  

La quota di atleti che si è allenata risulta praticamente uguale nei due generi: 86,9% tra gli uomini e 86,1% tra le donne.

Differenze tra i due generi si rilevano invece nella modalità di allenamento: il 60,1% degli uomini si è allenato in autonomia, contro il 42,6% delle donne.
Tra queste ultime, il 43,6% è ricorsa all’utilizzo di videolezioni e app disponibili sul cellulare, contro il 26,8% degli uomini.

Nel complesso, tra gli atleti che si sono allenati, il 57,5% ha dichiarato di essersi allenato 2-3 volte a settimana, il 25,1% cinque volte e il 17,4% con frequenza quotidiana.
Non si rilevano differenze significative tra maschi e femmine nella frequenza degli allenamenti, mentre si rilevano più evidenti differenze per area geografica.

Oltre la metà degli atleti risiedenti nelle regioni del Centro (55,3%) ha dichiarato di essersi allenato 5 volte a settimana o tutti i giorni; nel Nord e nel Sud invece la maggior parte degli atleti si è allenata 2-3 volte a settimana (61,5% nel Sud e 56,0% nel Nord).

Nel complesso quasi 6 atleti su 10 (58,7%) hanno dichiarato che durante la fase 2 riprenderebbero ad allenarsi in palestra nel rispetto delle linee guida nazionali.

Tale quota risulta più alta tra gli uomini (60,9%, contro il 53,0% delle donne) e nelle regioni del Centro e del Sud meno colpite dal virus (rispettivamente 64,6% e 60,3%, contro il 54,2% nel Nord).

Il 24,2% degli atleti ha dichiarato di essere indeciso, mentre il 17,1% non ha intenzione di rientrare in palestra.

Il no prevale nel Nord (21,5%, contro circa il 15% di Centro e Sud).

Tra coloro che non vogliono ritornare in palestra durante la fase 2 o che risultano incerti, il 56,8% preferirebbe allenarsi all’aperto, il 18,3% tramite videolezioni, il 24,9% in autonomia o tramite app sul cellulare.

“Diverse sono le cose che più sono mancate ai nostri atleti durante la lontananza forzata dalla palestra, tra queste le più riportate sono l’attività sportiva specifica (per il 42,6% degli uomini e il 40,6% delle donne), i compagni di team (per il 23,2% degli uomini e il 22,5% delle donne), il mantenersi in forma (per il 13,7% degli uomini e l’11,9% delle donne), gli istruttori (per il 7,0% degli uomini e il 7,9% delle donne). Ringraziamo quanti ci hanno aiutato nella realizzazione di questo studio – concludono Tralli e Monaco – e ci auguriamo che possa aiutare soprattutto direttori tecnici, allenatori e gestori a poter prendere le decisioni migliori per la tutela degli altri e per la tutela di un movimento sportivo e culturale così importante.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e speriamo di poter tornare presto, tutti insieme, a camminare sui nostri amati tatami”.

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