Nessuna ulteriore restrizione rispetto all’attuale assetto: stop all’erogazione di acqua alle 18.30 fino alle 6.30 del mattino successivo (soltanto il sabato l’interruzione comincerà alle 23). Lo sottolinea il presidente della Regione, Vito Bardi, in qualità di commissario straordinario per l’emergenza idrica. Nel frattempo si sta lavorando per mitigare gli effetti della crisi che coinvolge lo schema idrico Basento-Camastra e che interessa 29 comuni tra cui il capoluogo di regione, per una popolazione residente di circa 140mila unità. In estrema sintesi sono le risultanze della conferenza stampa di questa mattina convocata da Bardi proprio per fare il punto della situazione e spiegare gli interventi messi in campo con l’obiettivo di alimentare la diga del Camastra con fonti alternative di approvvigionamento.
Accanto a soluzioni già attivate come il cosiddetto “Camastrino”, con lo sbarramento sulle acque di scolo dell’invaso, e i pontili per il prelievo dell’acqua nel punto più profondo della diga si sta lavorando su altri fronti. La principale opzione individuata è quella di prelevare le acque del fiume Basento, poco a valle della confluenza con il Camastra, e di sollevarle fino all’invaso. Dal Camastra le acque saranno poi convogliate nello schema esistente e sollevate fino al potabilizzatore di Masseria Romaniello, per essere trattate prima dell’immissione nella rete di distribuzione. Il fiume Basento – spiegano i tecnici di Acquedotto lucano – è l’unica risorsa disponibile a distanza ragionevolmente prossima alla diga, che garantisca la portata necessaria per sostituire integralmente l’invaso, in caso di suo completo esaurimento.
La soluzione tecnica prevede di modellare il fondo dell’alveo nella sezione interessata in maniera tale da realizzare un bacino di accumulo. Successivamente saranno posizionate delle strutture prefabbricate in grado di captare le portate necessarie (circa 400 l/s) e convogliarle verso un impianto di sollevamento (gruppo pompe). Le pompe utilizzate saranno della potenza necessaria per sollevare la portata necessaria fino ai piedi della diga (circa 80m di dislivello comprensivi delle perdite di carico). I volumi saranno quindi scaricati nella vasca di accumulo realizzata pochi giorni fa (il cosiddetto “Camastrino”) e da lì consegnate all’impianto di sollevamento.
Per trasferire i volumi idrici prelevati dal Basento sarà necessario l’impiego di una tubazione plastica del diametro interno di 500mm, per una lunghezza di circa 4,0 km. Considerato il carattere di temporaneità e di emergenza, i tubi non saranno interrati, come normalmente avviene per le condotte idriche, ma semplicemente posati sul terreno ed opportunamente protetti mediante rinfianchi, laddove necessario. Una ulteriore verifica per l’individuazione di fonti alternative di supporto alle scarse risorse ora disponibili è quella in fase di svolgimento con i tecnici del Consorzio di Bonifica, ente che gestisce pozzi e sorgenti ad uso irriguo nell’area dell’Alta Val d’Agri. L’ipotesi ruota attorno all’aumento della portata di 500 litri/secondo rispetto agli attuali 350 litri/secondo già destinati al Camastra utilizzando diversi pozzi, alcuni dei quali da riattivare.
Nell’evidenziare come per la prima volta nella storia il Governo nazionale abbia nominato un commissario regionale sull’emergenza idrica, Bardi ha ricordato che la sua nomina fa seguito al riconoscimento dello stato di crisi con un piano di finanziamento per i primi 90 giorni pari a circa 2,5 milioni di euro: 1.191.330 per interventi di ripristino e funzionalità delle infrastrutture pubbliche, completabili entro tre mesi; 1.308.670 per il soccorso e l’assistenza diretta alla popolazione. “La nostra priorità è aumentare la portata d’acqua allo schema idrico Basento-Camastra – ha detto Bardi – evitando così inasprimenti nelle sospensioni e garantendo che la Basilicata possa superare questa fase critica con la maggiore stabilità possibile”. Confidando nel senso di responsabilità e nel sostegno di tutta la cittadinanza per riuscire insieme a fronteggiare questa emergenza, Bardi ha anche invocato unità tra tutte le forze politiche, evitando critiche strumentali “che rischiano soltanto di aggravare la situazione”.
Il presidente, infine, ha annunciato l’istituzione dell’unità di crisi che coinvolge diversi soggetti istituzionali: il presidente della Giunta regionale che la convoca e presiede; il Prefetto di Potenza; il Prefetto di Matera; l’assessore alle Infrastrutture, Reti Idriche, Mobilità e Protezione Civile; l’assessore all’Ambiente, Territorio ed Energia; l’assessore alla Salute e Politiche della Persona; l’assessore alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; l’assessore allo Sviluppo Economico, il Lavoro e i Servizi alla Comunità; l’Amministratore Unico di Egrib; l’amministratore Unico di Acquedotto Lucano S.p.A.; il Presidente della Società Acque del Sud S.p.A.; il Presidente del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica per la Basilicata; il Presidente dell’ANCI; il sindaco di Potenza; il Direttore Generale per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibile; il Dirigente dell’Ufficio Protezione Civile.
Dagli interventi per mitigare le difficoltà a quelli a lungo termine, di natura strutturale. Ne ha parlato il vice presidente della Giunta regionale, assessore alle Infrastrutture, Pasquale Pepe. Sul Camastra, in particolare, Pepe ha ricordato che si tratta dell’unica diga lucana non connessa ad altri invasi e che questa condizione, di fatto, la isola dal resto della rete idrica esponendola agli effetti dei cambiamenti climatici e, quindi, alla perdurante siccità. “L’obiettivo – ha spiegato l’assessore – è quella di interconnetterla agli altri schemi idrici, intervenendo anche sulla sua capacità di accumulo. A tal proposito – ha annunciato Pepe – il commissario nazionale per l’emergenza idrica, Dell’Acqua, ha chiesto un finanziamento sul Pniissi (Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico) di circa 30 milioni di euro per le operazioni di “sfangamento” della diga (rimozione dei sedimenti)”. L’assessore ha anche evidenziato che sono in corso interventi per completare entro un anno lo schema idrico Basento-Bradano di cui si parla, ormai, dal 1982. I lavori riguardano le dighe di Acerenza e Genzano e sono relativi all’innalzamento della quota di invaso. Si tratta di segmenti della rete idrica regionale che, a pieno regime, contribuiranno a mettere al riparo la Basilicata da carenze come quella di queste settimane.