Le donne hanno bisogno di essere misurate con il merito e non con la discrezionalità. La parità di retribuzione dello stesso lavoro uomo/donna è sancita dall’art.157 del TFUE. Nonostante alcune best practices siano state portate avanti con grande determinazione, per una distribuzione equa del potere, come la Legge Golfo-Mosca n. 120/2011 che ha introdotto limiti di rappresentanza di entrambi i generi nei CdA; “Women on Boards” (Direttiva EU. 2022/2381) e mira a garantire la parità di genere nei CdA delle società quotate in borsa con un minimo di 40% dei posti di amministratrice/amministratore senza incarichi esecutivi al sesso sottorappresentato, oggi la regione lucana veste la maglia nera per presenza femminile nei Consigli di amministrazione. Lo dice Manageritalia: appena il 16,6% di donne nominate nei Cda aziendali.
Anche sul fronte del potere economico, sulle cento maggiori aziende per capitalizzazione quotate alla Borsa di Milano, solo cinque sono dirette da donne. In termini di imprese al femminile, solo il 27, 6% del totale è rappresentato da donne.
«La distribuzione iniqua del potere impatta fortemente sul mercato del lavoro che vede la quota femminile in Italia, sul totale occupazionale, attestarsi al 42,2% a fronte della media UE del 46,3% – dichiara la componente PO Soroptimist International, Patrizia Minardi – Passi indietro che vedranno la nostra regione regredire in termini di opportunità e di diritti delle donne, spogliando la nostra società del loro autorevole, meritorio e creativo contributo. Dobbiamo iniziare ad invertire la rotta valorizzando le risorse al femminile agli apici delle imprese pubbliche e private».