Di Comandante Alfa colpisce l’autenticità che traspare dallo sguardo profondo e non è un caso se di lui si possano scorgere solo gli occhi, l’unica parte del volto che il mephisto lascia scoperta.
Sono occhi buoni, occhi che hanno visto tanto, troppo. Che non si sono fermati davanti a nulla, che hanno fronteggiato le minacce, che hanno saputo nascondere bene la paura anche se proprio quest’ultima è stata una compagna fedele: “Ho sempre vissuto nella paura ma non mi sono lasciato condizionare”.
Adesso Comandante Alfa – tra i fondatori, insieme a quattro colleghi, del GIS, il Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri – si toglie metaforicamente il mephisto, quel compagno inseparabile con cui ha condiviso l‘adrenalina delle missioni, e racconta la sua vita, non dal punto di vista operativo ma da quello più intimo e personale.
In Dietro il mephisto (Longanesi) il Comandante, congedato dal servizio attivo, ricorda senza più segreti gli episodi cardine che gli hanno permesso di sopportare i rigori di una vita estrema, passata a dare la caccia a mafiosi, terroristi, rapitori e criminali di guerra. Senza mai perdere di vista le proprie radici. Senza mai dimenticare di essere un uomo normale chiamato a compiere imprese straordinarie. Lo fa con il tono e lo stile che gli sono congeniali, con parole semplici e spontanee: “Mi affaccio in punta di piedi in questa nuova vita alla luce del sole dopo quarantasette anni di carriera militare condotta con abnegazione, fede costante e coraggio, senza mai arretrare. È quasi tutto nuovo per me, me sento come un bambino che assapora improvvisamente la libertà dalla propria famiglia. In reparto non avevo tempo e non potevo permettermi di guardarmi intorno, di distrarmi. Ora osservo, ascolto, incontro e medito sulle situazioni reali della società che è cambiata in modo impressionante rispetto a quando ero un ragazzino. (…)”
Ha sacrificato tante cose – in primis la vita privata e gli affetti – per dedicarsi per 47 anni all’Arma e al GIS, voluto nel 1978 dall’allora Ministro dell’Interno Francesco Cossiga.
Ha vigilato sulla sicurezza del nostro Paese, è intervenuto nelle zone di maggiore tensione del mondo portando a termine pericolosissime missioni segrete, ripercorre in questo libro le tappe salienti della sua esistenza.
Partendo dalla Sicilia in cui è cresciuto e che l’ha visto prima bambino poi adolescente ribelle, il Comandante Alfa accompagna il lettore in un viaggio nella sua vita privata.
Nato a Castelvetrano – proprio dove risulta l’ultimo indirizzo ufficiale del super latitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro –, Comandante Alfa ha affermato di essere stato a un passo dal percorrere la strada sbagliata a cause di cattive compagnie. Fin da piccolo era una testa calda, non si lasciava uniformare dalle regole né dagli schemi ma dimostrava un’indole ribelle – la stessa che non lo ha mai abbandonato.
La rettitudine dei genitori e gli insegnamenti di nonno Ciccio – provato dagli stenti, dal male e dai sacrifici della guerra –, che considera un maestro di vita lo hanno indirizzato sulla strada giusta.
Ne parla, con il
cuore in mano, in questa nuova pubblicazione e affronta anche, per la prima
volta, il rapporto con la madre, preludio alla sua futura attività nel Gis, la
lontananza da moglie e figli in nome di una missione più alta, la fratellanza
con i compagni d’armi e sui rischi che accompagnano gli uomini del Gis in ogni
intervento.
Non mancano, come accade anche negli incontri con il pubblico durante la
presentazione dei suoi libri precedenti – Cuore
di rondine, Io vivo nell’ombra e Missioni segrete, editi sempre da
Longanesi – parole di incoraggiamento per i più giovani: con la sua carica
positiva Comandante Alfa ripete loro che gli obiettivi si raggiungono con la
forza e la caparbietà.
Dietro il mephisto annuncia anche l’apertura, nell’estate di quest’anno, della sua Accademia che vorrebbe sostituisse il servizio di leva. Sorgerà a Castelnuovo di Porto e ci saranno istruttori altamente qualificati: ex appartenenti dei reparti speciali del Col Moschin, gli incursori della Marina del Gis e anche qualcuno dei Nocs, i corpi speciali della Polizia di Stato.
Alle sue spalle, Comandante Alfa ha un curriculum militare impressionante: Medaglia Mauriziana al Merito di dieci lustri di carriera militare; Medaglia Afghana Loya Jirga consegnata dal presidente Hamid Karzai per l’Operazione Corona; Croce Commemorativa per l’Attività di soccorso internazionale in Iraq; Croce Commemorativa per il Mantenimento della pace in Afghanistan; Croce d’Oro al Merito dell’Arma dei Carabinieri. Ha ricevuto elogi militari per le sue varie missioni, tra cui: Kabul (Afghanistan); Missione IFOR e Missione SFOR Mostar (Bosnia Erzegovina); Missione Antica Babilonia Nassiriya (Iraq); Missione NTM – I Baghdad (Iraq). Numerosi i suoi riconoscimenti istituzionali: Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana; Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia; Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana; Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana.
Rossella Montemurro