mercoledì, 25 Dicembre 2024

È opinione comune che la Terra sia condannata dalla sovrappopolazione, dall’inquinamento e dall’esaurimento delle risorse, a seconda di quali di questi eventi si verificheranno prima: questa visione è non solo paralizzante e fatalista, ma – ci dice Andrew McAfee – è sbagliata.  Il saggio Di più con meno. La sorprendente storia di come abbiamo imparato a prosperare utilizzando meno risorse (Egea) racconta di un importante e inaspettato cambiamento nel rapporto di noi uomini con il pianeta su cui viviamo: durante l’era industriale l’aumento della popolazione umana e la prosperità sono avvenuti a spese della Terra, ma questo modello non vale più in America e negli altri Paesi ricchi. Ora, infatti, siamo in grado di migliorare la condizione umana e – allo stesso tempo – anche di “calpestare” il mondo con maggiore leggerezza: consumiamo meno risorse, utilizziamo meno terra coltivata, riduciamo l’inquinamento, riportando indietro specie animali che avevamo spinto sull’orlo dell’estinzione.

La tesi di McAfee parte dalla constatazione che due delle forze più importanti responsabili del cambiamento degli ultimi anni sono il capitalismo e il progresso tecnologico. In passato questa combinazione ci ha fatto prendere sempre più dal Pianeta. Ora ci permette di ottenere di più con meno.

Cos’è cambiato? In sostanza, abbiamo inventato il computer, la rete e una miriade di altri strumenti digitali che ci permettono di scambiare atomi per bit: per esempio, pensiamo a quanti dispositivi e media diversi sono scomparsi, unificati nello smartphone. I moderni cellulari prendono il posto delle telecamere, delle unità GPS, dei telefoni fissi, delle segreterie telefoniche, dei registratori a nastro e delle sveglie. L’agricoltura di precisione permette agli agricoltori di mietere raccolti più grandi, utilizzando meno acqua e fertilizzanti. Le autovetture diventano più leggere, il che le rende più economiche da produrre e più efficienti dal punto di vista dei consumi. La collaborazione tra tecnologia e capitalismo ha quindi reso possibile questa svolta: la ricerca di maggiori profitti da parte del capitalismo è una ricerca di minori costi; i materiali e le risorse sono costosi, e il progresso tecnologico permette alle aziende di utilizzarne meno, anche quando crescono i loro mercati.

I dati dimostrano che, anche se popolazione e prosperità hanno continuato ad aumentare costantemente negli anni successivi alla prima “Giornata della Terra” (nel 1970), il consumo di risorse non è aumentato. Invece, ha iniziato a diminuire. Gli USA ora utilizzano generalmente meno metallo, fertilizzanti, acqua, carta e legno, energia, anche se la produzione cresce. Questo fenomeno è noto come “dematerializzazione dell’economia”, e ci sta portando a quello che McAfee chiama un “secondo illuminismo”. Molte specie minacciate adesso sono presenti in modo stabile, come pure le emissioni di gas serra sono diminuite in modo sostanziale negli ultimi anni. Gli Stati Uniti, in breve, ora stanno ottenendo di più da meno e modelli simili si osservano anche in altri Paesi ricchi. Questo significa che, man mano che i diversi Paesi diventeranno più sviluppati e industrializzati, anche se ci saranno più persone, e queste saranno più ricche e consumeranno di più, lo faranno utilizzando meno risorse naturali.

Tuttavia, capitalismo e progresso tecnologico non risolvono in modo definitivo il problema dell’inquinamento e in generale tutti i nostri problemi ambientali. Il futuro, insomma, non è tutto rose e fiori, avverte McAfee: per esempio, i nostri oceani sono ancora vulnerabili alla pesca eccessiva; il riscaldamento globale è ancora in gran parte incontrollato; e anche se la “smaterializzazione” – il ridotto bisogno di materie prime – migliora la nostra situazione globale, il potere e le risorse si concentrano sempre più. Questo crea una divisione ancora più grande tra chi ha e chi non ha.

Quindi abbiamo bisogno di altre spinte: la consapevolezza pubblica e un governo reattivo. Se le persone diventano consapevoli dei danni dell’inquinamento e della tragedia dell’estinzione di specie animali, richiederanno un’azione concreta. I governi reattivi devono intervenire per forzare la riduzione dell’inquinamento proteggere habitat e animali in pericolo.

Capitalismo e progresso tecnologico insieme alla consapevolezza della gente e alla pratica del “buon governo” rappresentano per McAfee i “quattro cavalieri dell’ottimista”: portano, oltre alla dematerializzazione, anche altri tre importanti cambiamenti: il primo è il miglioramento sia della condizione umana che dello stato della natura. La povertà sta diminuendo rapidamente, così come i tassi di mortalità materna e infantile. Allo stesso tempo, l’accesso alla conoscenza, all’istruzione, al cibo, all’acqua pulita e alle strutture igienico-sanitarie sta aumentando ovunque. Le popolazioni animali in pericolo sono sempre di meno e grandi quantità di terra e di acqua vengono preservate.

Questo saggio è un resoconto rivelatore e paradigmatico di come siamo incappati in un equilibrio inaspettatamente migliore con la natura, che porta con sé la promessa per un futuro più abbondante e più verde.

L’AUTORE: Andrew McAfee è uno dei più importanti ricercatori del MIT di Boston, al Centre for Digital Business – Sloan School of Management. Si occupa in particolare di come le tecnologie digitali stanno cambiando il mondo degli affari, lo scenario economico e l’intera società.

Speaker in alcuni degli eventi più prestigiosi al mondo, è autore con Erik Brynjolfsson del bestseller The Second Machine Age. (La nuova rivoluzione delle macchine, edizione italiana).

Insieme a Brynjolfsson è l’unica persona a essere stata nominata sia tra i Thinkers 50, i migliori pensatori del top management a livello mondiale, sia in Politico50, lista di coloro che contribuiscono a trasformare la politica americana. Vive a Cambridge, Massachussets.

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