Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Angela Franchini, Presidente dell’Associazione Antiusura “Sviluppo e Legalità” di Matera:
È appena cominciato il tanto atteso anno nuovo che secondo le speranze e l’auspicio di tanti avrebbe dovuto spazzare l’anno vecchio e il suo carico di tragedie per riportarci alla tanto agognata normalità; abbiamo ascoltato pochissime sere fa il messaggio augurale del nostro Presidente Mattarella che, ringraziando coloro che si sono adoperati per il bene comune durante questa malefica pandemia portatrice di morti e povertà diffuse, ha prospettato una ripresa sia sanitaria sia economica per il nostro paese. Sappiamo bene, infatti, come siamo tutti emozionalmente e fisicamente provati dopo quasi un anno di sacrifici e privazioni, finanche dei nostri primordiali diritti di libertà.
Dopo tutte queste belle premesse, però, ci ritroviamo, a pochi giorni dall’inizio del 2021, a fare i conti con l’entrata in vigore delle nuove regole previste dall’EBA ovvero l’Autorità Bancaria Europea, per la definizione di default che le banche dovranno applicare alle posizioni dei loro clienti.
Queste nuove regole stabiliscono i criteri per considerare in default un privato correntista o una impresa commerciale che abbiano uno scoperto bancario per più di novanta giorni consecutivi: per quanto riguarda il singolo cittadino la somma dello scoperto è pari ad € 100,00 mentre per quanto riguarda l’ impresa la somma limite è di 500 euro.
Con la dichiarazione di default la banca può procedere, a sua discrezione (???), alla segnalazione alla Centrale dei Rischi, gestita dalla Banca d’Italia, che impedirà al cittadino o all’impresa ogni possibilità di accesso al credito anche per piccoli finanziamenti o semplici rinegoziazioni, classificandolo come un “cattivo pagatore”. Le regole dell’Eba stabiliscono , inoltre, che non sarà più possibile – come in passato – compensare il debito scaduto con altre linee di credito che il cliente può avere nei confronti della banca e che il cliente sarà considerato in default anche nei suoi eventuali ulteriori rapporti con la banca, per cui al cliente segnalato sarebbero bloccati tutti gli addebiti automatici, cosiddetti Rid, come quelli delle carte di credito o delle bollette delle utenze con il risultato, per il correntista, di divenire insolvente anche nei confronti del fornitore del servizio.
Alcune associazioni di imprese hanno segnalato come queste nuove regole che già sono in vigore dal primo gennaio 2021 comporteranno grossi problemi per le imprese con una liquidità già ridotta a causa della crisi causata dalla pandemia da coronavirus.
L’avvocato Angela Franchini, Presidente dell’Associazione Antiusura “Sviluppo e Legalità” di Matera, segnala e sottolinea che il cittadino o l’impresa che viene esclusa dal circuito legale viene spinto necessariamente a far ricorso al circuito illegale dell’usura e in questo momento di difficoltà economica per le famiglie e le imprese potrebbe essere ancora più difficile scongiurare questo pericolo: “L’Associazione che presiedo rivolge un appello, che si aggiunge a quello di migliaia di imprese e di cittadini già provati dalla crisi, e chiede il rinvio di queste nuove regole almeno alla fine della pandemia; fa appello inoltre, alle banche e agli istituti di credito affinchè assolvano alla funzione socio/economica che gli è propria.
Le banche, infatti, oltre che una dimensione votata al business, devono avere necessariamente una funzione sociale per il benessere di tutti e non solo del grande capitalismo che rischia sempre più di essere onnivoro delle piccole economie familiari che costituiscono la gran parte del tessuto sociale”.