Da parte di madre (Feltrinelli), il nuovo libro di Federica De Paolis, è il ritratto di una donna che sembra non aver mai superato la giovinezza: sempre tra le braccia di uomini sbagliati, invischiata in una pericolosa coazione a ripetere, con una figlia costretta ad ascoltarla – anche nelle vicende più intime e delicate – e a consolarla. Ed è proprio lo sguardo di una ragazzina fondamentalmente lasciata sola a sé stessa, lasciata crescere nella confusione emotiva della madre – incapace di badare a sé, figuriamoci di pensare a una figlia – che si snoda questo libro intenso, basato su incongruenze e contrasti, in bilico tra memoir e autofiction.
La De Paolis non edulcora niente ma costringe, quasi, il lettore a star dietro alla sua adolescenza sgangherata, un’inevitabile reazione all’eterna adolescenza materna. Una donna separata dal marito, affettivamente dipendente, infatuata di uomini sbagliati come il Selvaggio o il Fisico – il primo, nomen omen, accecato da scatti d’ira improvvisi; il secondo pieno di donne, inaffidabile – un modello irraggiungibile, una Barbie. Di fronte a una madre così ingombrante, la figlia mette in atto una sorta di strategie di sopravvivenza, tutte al limite: dai disturbi alimentari che la fanno ingrassare spaventosamente e dimagrire altrettanto spaventosamente, ai fidanzati sbagliati, ai problemi fisici, alla terapia… Sbandata, incapace di emulare la madre fisicamente, ne riflette invece tutte le insicurezze psicologiche.
Federica De Paolis ha scritto un rocambolesco, intimo, profondo romanzo autobiografico fatto di immagini, voci e atmosfere che trascendono la vicenda personale per tramutarsi, con toccante immediatezza, in una parabola esistenziale che investe tutti noi. Sullo sfondo di una Roma borghese, contrassegnata dagli indirizzi delle diverse case abitate di volta in volta da questa singolare coppia madre-figlia, si compone una storia che ha una forza devastante: le attese disperate di una telefonata che non arriverà, l’ascolto spasmodico di sospiri lasciati sulla segreteria telefonica, il racconto dettagliato di notti infuocate, i malesseri fisici e quelli psicologici, le botte…
“Pensavo che l’amore fosse un corpo celeste nel quale tutto era possibile: il desiderio, l’euforia, l’estasi, per poi attraversare una cruna e gettarsi
in una landa di gelosia, tradimenti e furia. Restavano le braci piene d’insonnia, attesa e fumo.
Mia madre restava. Era sempre lì.”
Federica De Paolis (1971) vive a Roma, dove è nata. È dialoghista cinematografica. Con Le imperfette ha vinto il Premio DeA Planeta 2020. Nel 2022 ha pubblicato Le distrazioni (HarperCollins), Premio Selezione Bancarella 2023. È stata tradotta in diverse lingue. Scrive per “TuttoLibri – La Stampa”.
Rossella Montemurro