martedì, 15 Aprile 2025

Airbag difettosi, ammessa la class action promossa da Altroconsumo

Altroconsumo porta a casa un altro importante risultato a favore dei consumatori italiani. L’Organizzazione, che si è fatta portavoce dei cittadini ingiustamente danneggiati, apre la strada al risarcimento per migliaia di automobilisti. A riferirlo è Vincenzo Di Riso,...

Ecco i libri candidati alla LXXIX edizione del Premio Strega

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È stato presentato sabato 5 aprile, nella Sala Cavallerizza di Laterza, il progetto che intende portare il Sentiero Italia CAI (SICAI) nella Terra delle Gravine, con un percorso che da Matera arriva fino a Grottaglie, passando per Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Massafra, Crispiano e Montemesola. Il SICAI, con i suoi quasi 8 mila chilometri di lunghezza, attraversa tutte le regioni italiane, isole comprese, ed è il più lungo percorso di trekking al mondo.

Nel 2021 anche Matera fu inserita nel percorso, proveniente da Altamura e che poi prosegue verso Santeramo, Gioia del Colle, Noci, Alberobello e si conclude a Grottaglie. L’idea attuale è di realizzare una variante di circa 160 km, che in 8 tappe raggiunge e attraversa la Terra delle Gravine fino a Grottaglie e formare un anello con il percorso preesistente. Dalle catene montuose delle Alpi e degli Appennini alle “montagne al rovescio” delle gravine.

L’iniziativa proposta a Laterza parte dalla Sezione del Club Alpino Italiano di Matera “Falco naumanni”, che del comprensorio delle gravine si è già occupata nel 2024, quando ha organizzato – ad opera del responsabile zonale SOSEC (Struttura Operativa Sentieri e Cartografia del CAI) Felice Santantonio – un convegno divulgativo e una serie di escursioni didattiche, in collaborazione con l’Università della Basilicata e l’Università di Bari.

È stata la Presidente della sezione CAI materana, Margherita Sirritiello, a organizzare e presentare il progetto SICAI della variante della Terra delle Gravine, con la collaborazione ancora una volta del mondo accademico: sono intervenuti all’incontro il Direttore prof. Giuseppe Mastronuzzi e il geologo prof. Marcello Tropeano, del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’UNIBA.

Preliminarmente hanno dato il benvenuto agli ospiti Sabrina Sannelli e Rocco D’Anzi, rispettivamente Assessori al turismo e all’ambiente del Comune di Laterza, i quali, insieme alla loro collega del Comune di Castellaneta, Anna Molfetta (Assessora al turismo), hanno detto che si tratta di un percorso corretto, che si inserisce tra le buone pratiche capaci di alimentare uno sviluppo economico sostenibile e compatibile con il cambiamento climatico e auspicato che la proposta possa diventare un progetto sempre più partecipato.

È intervenuto anche Filippo Bellini, funzionario della Provincia di Taranto, con competenza sul Parco Terre delle Gravine, che ha ribadito l’importanza di realizzare una rete sentieristica efficiente ma nel totale rispetto delle peculiarità e fragilità del territorio. Ha altresì auspicato il concretizzarsi di una solida collaborazione con gli enti del territorio.

Il Presidente del Gruppo Regionale CAI Puglia, Agostino Iacobellis, ha portato i saluti del presidente nazionale del CAI Antonio Montani e ha affermato che recuperare la rete escursionistica, segnarla e valorizzarla serve ad aumentare l’afflusso dei visitatori e alla fruizione rispettosa degli ambienti naturali, ma per ottenere ciò occorre attivare una sinergia tra cittadini, enti, associazioni e aziende per attivare insieme un progetto di comune interesse.

È intervenuto quindi Lorenzo Bassi, componente del Team SICAI, che ha descritto la “monumentalità” del Sentiero Italia, un cammino unico al mondo – 527 tappe con quote che vanno dal livello del mare a oltre 3mila metri – che impegna il lavoro diretto e indiretto di circa 6mila volontari CAI e richiede la compartecipazione fondamentale delle realtà locali. Ha quindi spiegando che esso si propone come un vero e proprio “viaggio attraverso l’Italia”, da Sud a Nord, per conoscerne, nella maniera unica che solo la mobilità lenta riesce ad offrire, l’incredibile bellezza e varietà dei suoi paesaggi e il suo patrimonio naturale e antropologico. Un progetto di trekking ambizioso che ha come obiettivo quello di realizzare una continuità non solo nello spazio ma anche nel tempo: “il cammino si fa camminando”, recita un adagio caro ai camminatori.

Lorenzo Bassi, inoltre, ha segnalato che è stato di recente completato anche il Sentiero Italia Ciclo, che prevede un percorso di andata e uno di ritorno lungo tutto lo Stivale per bici, per un totale di 16.680 km. in 663 tappe, e sottolineato che dal SICAI – al quale sono dedicati un sito web e un’App di libero uso – sono nate altre iniziative CAI importanti, come il Catasto della Rete Escursionistica Italiana e il monitoraggio delle sorgenti montane.

La Presidente della Sezione CAI Matera Margherita Sirritiello ha posto invece l’accento sulla formazione che il CAI dedica alla realizzazione e manutenzione dei sentieri, frutto di un’esperienza secolare (il Club Alpino Italiano, infatti, è stato fondato nel 1863) e sull’impegno volontario dei soci CAI che, mettendo a disposizione molta parte del loro tempo libero, si prodigano con dedizione ed entusiasmo a questa attività, composta di una fase di rilievo digitale e cartografica e una esecutiva, con tabelle, colori e pennello. Sirritiello ha ricordato che il CAI pone un’attenzione particolare anche all’accessibilità dei sentieri per le persone con disabilità motorie o di altro tipo.

Nella seconda parte, scientifica, della presentazione, il prof. Marcello Tropeano ha spiegato la valenza naturalistica straordinaria del territorio murgiano e delle gravine, spiegando il concetto di geodiversità, che invita a osservare con una prospettiva temporale profonda il paesaggio geomorfologico circostante, generato dal movimento di allontanamento e di avvicinamento delle placche tettoniche nel corso di milioni di anni. La geodiversità è condizione primaria su cui si poggiano e sviluppano le diverse forme di vita vegetali e animali e le culture umane e tutte insieme costituiscono l’ecodiversità. Soltanto con la consapevolezza di tali dinamiche geologiche e biologiche è possibile apprezzare appieno l’eccezionale importanza di questo territorio.

Da ciò deriva il ruolo rilevante della divulgazione generalista delle conoscenze scientifiche, rivolta soprattutto agli escursionisti che percorrono la Terra delle Gravine, nella convinzione che una maggiore consapevolezza delle sue valenze nascoste (ma in realtà evidenti a chi sa ben guardare) possa contribuire a proteggerla dalle minacce di un uso superficiale e scorretto.

È in tale ottica che si inserisce il lavoro di Vitantonio Venezia, dottorando dell’UNIBA, che ha predisposto un questionario da sottoporre ai camminatori che visitano la Terra delle Gravine per valutarne proprio il livello di consapevolezza del paesaggio geologico. Mentre Filippo Bellini, un altro dottorando della stessa Università, ha raccontato il suo lavoro proprio sul territorio della gravina di Laterza, con grafici esposti sulle pareti della sala, che spiegano come muovendosi dall’esterno all’interno della gravina, uno dei canyon naturali più profondi d’Europa, si possano osservare ambienti molto diversi, passando in pochi metri dalla pseudo steppa, alla prateria, alla macchia, a foreste, sino alla zona umida del fondo.

Dopo la presentazione, è seguito un dibattito, moderato dal giornalista materano Enzo Fontanarosa, che ha offerto la possibilità a tutti di intervenire, per fare osservazioni o porre domande. Sono pertanto intervenuti Vito Giacoia, responsabile dell’Oasi Lipu di Laterza, che ha esortato a effettuare interventi all’interno del Parco sempre rispettosi dell’ambiente, i presidenti delle sezioni CAI pugliesi di Bari, Rino Minerva, di Gioia del Colle, Umberto Spinelli, e di Grottaglie, Nunzio My.

In sintesi, dal dibattito è emerso che il suggestivo progetto potrà essere realizzato con la segnatura dei sentieri ma raggiungerà il suo obiettivo vero –  rendere  i sentieri luogo vivo, frequentato regolarmente e responsabilmente dagli escursionisti – solo “facendo rete”, con la collaborazione, insieme ai volontari CAI, degli amministratori locali, del mondo accademico, delle altre associazioni presenti, degli operatori economici, di chi vive e abita questo meraviglioso territorio.

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