Cari Lettori,
anche oggi torniamo zitti zitti a fornire spunti di riflessione a chi vorrà leggere e riflettere…
Inizia la scuola. Salgono i contagi. Riparte la paura, ma quale paura? La paura di infettarsi e di contagiare? La paura della quarantena o del ricovero in Terapia Intensiva?
Non so come si chiami questa paura, ma so che di PAURA ne esistono almeno due tipi: e una è buona, l’altra cattiva. Facciamo degli esempi.
Stiamo distrattamente attraversando la strada e ci rendiamo conto che un’automobile sta per investirci(PAURA), come novelli supereroi spinti dalla paura riusciamo a compiere uno scatto prodigioso da centometrista olimpionico per evitare l’impatto.
Una scossa di terremoto (PAURA): ci si gela il sangue, razionalizziamo e poi ci si muove. Quando si gela il sangue si rimane immobili, vero?
Bene! Nel primo esempio la Paura è buona, è una leva per farci sopravvivere, ci mette in movimento; nel secondo esempio invece è cattiva perché ci blocca impedendoci persino la più elementare delle difese, ossia la fuga.
Lo sforzo che ci tocca è quello di rendere buona la paura cattiva, e non solo riguardo il COVID19, che ha indubbiamente i suoi rischi.
A proposito di rischio COVID: è necessario rendersi conto e razionalizzare che il rischio zero purtroppo non è raggiungibile e che tutte le precauzioni (dall’evitare assembramenti sino alla mascherina) servono solo a mitigare il rischio, ossia a ridurre la possibilità di contagio.
Lo sforzo più grande è proprio questo: rendersi conto che dobbiamo ragionare e lavorare per rendere questo rischio ACCETTABILE. Così come è accaduto per l’altra e più nota malattia virale, l’AIDS. Inizialmente eravamo tutti spaventati e preoccupati, poi pian pianino abbiamo iniziato a capire sempre di più e oggi conviviamo tranquillamente con il virus. In sintesi abbiamo imparato come comportarci: evitiamo i comportamenti a rischio anche per il COVID allora e a breve, ma non brevissimo, ne potremo parlare con maggiore tranquillità, senza isterie e timori eccessivi.
Valete