
“Nella vita impari che tante volte davanti al dolore chi ti ama indietreggia, non vuole sapere la verità; che tante volte davanti al dolore indietreggi tu, e non ci sei quando dovresti. Che sei mancante. Impari che chi ami può decidere di smettere di conoscere la parte più profonda di te, per non soffrire. Perché, se tu scoprissi chi sono davvero, come potresti amarmi ancora.”
Con Chiara (Einaudi) Antonella Lattanzi torna negli abissi delle parti di noi più intime e nascoste. Lo fa raccontando il legame spesso contorto di due bambine nella Bari popolare degli anni Novanta, cresciute insieme e insieme brave a occultare il mostro che ciascuna, anche se in modi diversi, ha in casa.
Marianna ha alle spalle una famiglia in apparenza perfetta – colta, ordinata, accogliente – mentre quella di Chiara è molto ruvida e chiusa. Il loro legame inizia nell’infanzia, sono in simbiosi fin dalle elementari, probabilmente unite da quel segreto che le accomuna, un padre problematico e una madre che subisce e in nessun modo protegge la figlia. Diventano brave, già da piccole, a creare una realtà nella quale rifugiarsi quando sentono arrivare il Terrore. Hanno un proprio codice, un lessico, si capiscono con uno sguardo e, quando il momento critico passa, è come se si convincessero che va tutto bene. Arrivano così nell’adolescenza dove scopriranno, insieme, l’eros, ma è in questo periodo che qualcosa si incrina. Mari ha il suo primo ragazzo e per Chiara è un colpo basso. Non solo, la quotidianità di Mari comincia a prendere una brutta piega, fatta di varie dipendenze e pian piano quel rapporto esclusivo si sfilaccia, verso un’escalation di follia che le segnerà per sempre, tanto da farle perdere. Superati i 40 anni, rimarranno a legarle una macchina fotografica e un mucchio di lettere, quelle che si scambiavano e in cui scrivevano anche dei rispettivi mostri, vietandosi però di leggerle.
La Lattanzi non è nuova a trame forti, il suo stile inquieto cattura, i frequenti cambi di tempo e prospettiva rendono la narrazione frenetica e ansiogena. Lo stesso senso di smarrimento e pericolo imminente che pervade le due ragazze e rimane in loro da adulte, coinvolge e si radica nel lettore.
“È proprio vero che la vita è meravigliosa, orribile, una sorpresa, una conferma, tutto quello che vuoi e tutto quello che perdi, combattere per non perdere, combattere per salvarsi e scappare; una corsa di resistenza su una pista stinta nel cortile di una scuola media di periferia, di fronte a una fabbrica di amianto che uccide le persone col respiro, una corsa con il fiato che si accorcia e il sole che si sfoca e le persone che, man mano, traballano.”
Sono poche le scrittrici contemporanee che, come la Lattanzi, riescono a emozionare in questo modo.
L’Autrice è nata a Bari nel 1979 e vive a Roma. Scrittrice e sceneggiatrice, ha pubblicato i romanzi Devozione (Einaudi 2010 e 2023), Prima che tu mi tradisca (Einaudi 2013), Una storia nera (Mondadori 2017), Questo giorno che incombe (HarperCollins Italia 2021), Cose che non si raccontano (Einaudi 2023 e 2025), e Chiara (Einaudi 2025). Per il cinema ha scritto, tra le altre, le sceneggiature di Fiore di Claudio Giovannesi, Il campione e Una storia nera (tratto dal suo romanzo omonimo) di Leonardo D’Agostini. Collabora con il «Corriere della Sera». È tradotta in diverse lingue.
Rossella Montemurro
