Da Bari in
conferenza stampa e da Matera, nel corso di un workshop organizzato dal Comune,
il Sindaco de Ruggieri, presente il Sottosegretario del Ministero allo Sviluppo
Economico on.le Antonello Giacomelli, nei suoi interventi ha tracciato le linee
guida di un percorso che vede accomunate le due città meridionali.
<<Matera – ha esordito il Primo Cittadino della città dei Sassi – sarà nel 2019 Capitale Europea della Cultura,
è questa non è una questione da poco. Qualcuno si potrà chiedere com’è avvenuto
e perché è avvenuto tutto ciò? E io rispondo che tutto è successo, perché, come
diceva Pierre Boulez “la cultura rende inevitabile ciò che è altamente
improbabile”. Ma come si colloca la città di Matera rispetto a questo progetto?
Matera è una delle città più antiche del mondo che vive ininterrottamente da
oltre ottomila anni. Se è riuscita a esistere così, tra costanza e continuità,
è certamente un luogo che ha prodotto sempre nuova storia. E qual è la storia
della nostra contemporaneità? È quella dell’economia della conoscenza. È quella
che produce scienza oltre che cultura. È quella che ci permette di entrare nei
canali dell’economia digitale. Ecco la vocazione di una città che non è più
troglodita ma che trova nella sua continuità di vita e di preveggenza, questi
traguardi. E a questi traguardi si arriva per un altro dato importante, perché
noi, nel 2019, potremo dare qualità urbana, qualità sociale, qualità culturale
alla città, a patto di dare anche qualità economica! E chi reggerà il vestito
europeo che faremo indossare alla città? Ecco, a tal proposito, dirò che la
strategia del Comune di Matera è quella di fare atterrare nella storia di
questa città, imprese e imprenditori che debbono condizionare il suo nuovo
ruolo e l’ambizione legata all’economia digitale e soprattutto all’alta
tecnologia. Questi sono i percorsi che noi stiamo costruendo. E oggi, che non è
in corso una riunione salottiera ma bensì una riunione che facilita, come
detto, l’atterraggio sul territorio di una proposta e di un progetto con le imprese
e con i finanziamenti, mi sembra d’uopo dover segnalare col nuovo elemento
dirompente, la possibilità di costruire la nuova generazione della telefonia
non “per” il Mezzogiorno ma “dal” Mezzogiorno, per l’Italia e per l’Europa.
Volevo ricordare che il 7 settembre scorso ho avuto un incontro privato con il
Presidente della Repubblica e gli ho detto che sono stanco di contare i giovani
che vanno via. La SVIMEZ ha dato un’altra spallata pochi giorni fa. In questi
ultimi anni ben duecentomila laureati meridionali hanno abbandonato la propria
Terra. Allora, se non troviamo queste occasioni affinché nel Mezzogiorno si
fertilizzino i propri talenti e se soprattutto non si riesce a drenare questa
emorragia, noi saremo destinati a diventare un territorio residuale. Ecco
perché oggi noi siamo qui a gridare con forza. Perché noi dobbiamo cominciare a
stabilire dal Mezzogiorno non ciò che manca ma ciò che serve. E ciò che serve è
il lavoro. Questa è un’occasione affinché Matera diventi produttrice d’impresa.
Ecco perché siamo con coerenza, tutti in quest’incontro. Ecco perché
s’incontrano a Matera le università meridionali. Non per un protocollo ma per
un patto d’intesa. Patto d’azione per costruire. Matera è stata sempre una
metafora per tutti i fenomeni che rappresentano una crescita e uno sviluppo per
il Mezzogiorno. Noi abbiamo l’ambizione di costruire un modello di un
Mezzogiorno che funziona. Di un Mezzogiorno che non si lamenta. Di un
Mezzogiorno che non è rassegnato. Di un Mezzogiorno che non è fatalista, ma
trova nelle vocazioni del proprio territorio la propria missione di crescita ma
soprattutto di futuro. Noi vinceremo – continua de Ruggieri – se avremo la
preveggenza di traguardare il futuro. Il dato, chiamiamolo storico, di questo
incontro tra Bari e Matera? Innanzitutto un’alleanza forte con la città di
Bari, con l’amico Antonio De Caro, per dimostrare, appunto, che esiste un Mezzogiorno
ambizioso che può scrollarsi di dosso gli stereotipi della inerzia e della
rassegnazione. Questo nostro è un tavolo di lavoro e noi del Mezzogiorno siamo
condannati a non sbagliare. E per non sbagliare stiamo creando queste alleanze.
Questa capacità di aggregazione, di qualità umana per essere in grado di non
sbagliare. Occorre coalizzare intorno a questo progetto il vitalismo del nostro
tempo. L’altro dato importante che noi dobbiamo segnare, è la scelta del 5G che
si lega a Matera. Matera come una cavia intelligente che potrà esprimere i
risultati di una ricerca. Una città, ripeto, che non può vivere solo di turismo
ma piuttosto del rafforzamento delle filiere primarie e secondarie, se vuole
risolvere il problema della disoccupazione. Il nostro pensiero che ci trova
coerenti, è che il Comune deve diventare un propellente vitale, cioè dev’essere
il luogo, lo dico sottovoce, di stimolazione, di provocazione e dov’è possibile
di creazione d’impresa. Qual è lo scenario che ci siamo posti? Abbiamo storia e
patrimonio culturale, ma dobbiamo continuare a produrre storia, quella del
presente e quella del futuro. Quella dell’economia della conoscenza. Quella
dell’economia del digitale. Ecco perché abbiamo detto, con una frase a effetto,
di voler trasformare i vicinati contadini in vicinati digitali. Questo è il
tracciato. E università e imprese ci diranno come la ricerca si trasforma in
applicazione, processi e prodotti. Nel 2018 Matera sarà servita dalla banda
ultralarga di nuova generazione 1G. Abbiamo destinato il Palazzo di San Rocco a
divenire un HUB per la ricerca e l’innovazione delle manifatture digitali. La
qualità della vita stimola i creativi e Matera ha questo valore. Pensiamo per
un attimo alla sicurezza. Il Sindaco gira senza scorta per la sua città. Luoghi
magnetici, radioattivi per chi vuole essere investito dalla creatività.
Sferzate di elettricità poiché Matera è una città che è un magnete. Ecco perché
pensiamo che questa può essere un luogo d’atterraggio di queste attività di
ricerca. Una città eretica – conclude il Sindaco – ma profetica, che abbandona
il vestito di “capitale contadina” per indossare il vestito di Capitale della
Cultura, di sede privilegiata dell’alta tecnologia>>.
conferenza stampa e da Matera, nel corso di un workshop organizzato dal Comune,
il Sindaco de Ruggieri, presente il Sottosegretario del Ministero allo Sviluppo
Economico on.le Antonello Giacomelli, nei suoi interventi ha tracciato le linee
guida di un percorso che vede accomunate le due città meridionali.
<<Matera – ha esordito il Primo Cittadino della città dei Sassi – sarà nel 2019 Capitale Europea della Cultura,
è questa non è una questione da poco. Qualcuno si potrà chiedere com’è avvenuto
e perché è avvenuto tutto ciò? E io rispondo che tutto è successo, perché, come
diceva Pierre Boulez “la cultura rende inevitabile ciò che è altamente
improbabile”. Ma come si colloca la città di Matera rispetto a questo progetto?
Matera è una delle città più antiche del mondo che vive ininterrottamente da
oltre ottomila anni. Se è riuscita a esistere così, tra costanza e continuità,
è certamente un luogo che ha prodotto sempre nuova storia. E qual è la storia
della nostra contemporaneità? È quella dell’economia della conoscenza. È quella
che produce scienza oltre che cultura. È quella che ci permette di entrare nei
canali dell’economia digitale. Ecco la vocazione di una città che non è più
troglodita ma che trova nella sua continuità di vita e di preveggenza, questi
traguardi. E a questi traguardi si arriva per un altro dato importante, perché
noi, nel 2019, potremo dare qualità urbana, qualità sociale, qualità culturale
alla città, a patto di dare anche qualità economica! E chi reggerà il vestito
europeo che faremo indossare alla città? Ecco, a tal proposito, dirò che la
strategia del Comune di Matera è quella di fare atterrare nella storia di
questa città, imprese e imprenditori che debbono condizionare il suo nuovo
ruolo e l’ambizione legata all’economia digitale e soprattutto all’alta
tecnologia. Questi sono i percorsi che noi stiamo costruendo. E oggi, che non è
in corso una riunione salottiera ma bensì una riunione che facilita, come
detto, l’atterraggio sul territorio di una proposta e di un progetto con le imprese
e con i finanziamenti, mi sembra d’uopo dover segnalare col nuovo elemento
dirompente, la possibilità di costruire la nuova generazione della telefonia
non “per” il Mezzogiorno ma “dal” Mezzogiorno, per l’Italia e per l’Europa.
Volevo ricordare che il 7 settembre scorso ho avuto un incontro privato con il
Presidente della Repubblica e gli ho detto che sono stanco di contare i giovani
che vanno via. La SVIMEZ ha dato un’altra spallata pochi giorni fa. In questi
ultimi anni ben duecentomila laureati meridionali hanno abbandonato la propria
Terra. Allora, se non troviamo queste occasioni affinché nel Mezzogiorno si
fertilizzino i propri talenti e se soprattutto non si riesce a drenare questa
emorragia, noi saremo destinati a diventare un territorio residuale. Ecco
perché oggi noi siamo qui a gridare con forza. Perché noi dobbiamo cominciare a
stabilire dal Mezzogiorno non ciò che manca ma ciò che serve. E ciò che serve è
il lavoro. Questa è un’occasione affinché Matera diventi produttrice d’impresa.
Ecco perché siamo con coerenza, tutti in quest’incontro. Ecco perché
s’incontrano a Matera le università meridionali. Non per un protocollo ma per
un patto d’intesa. Patto d’azione per costruire. Matera è stata sempre una
metafora per tutti i fenomeni che rappresentano una crescita e uno sviluppo per
il Mezzogiorno. Noi abbiamo l’ambizione di costruire un modello di un
Mezzogiorno che funziona. Di un Mezzogiorno che non si lamenta. Di un
Mezzogiorno che non è rassegnato. Di un Mezzogiorno che non è fatalista, ma
trova nelle vocazioni del proprio territorio la propria missione di crescita ma
soprattutto di futuro. Noi vinceremo – continua de Ruggieri – se avremo la
preveggenza di traguardare il futuro. Il dato, chiamiamolo storico, di questo
incontro tra Bari e Matera? Innanzitutto un’alleanza forte con la città di
Bari, con l’amico Antonio De Caro, per dimostrare, appunto, che esiste un Mezzogiorno
ambizioso che può scrollarsi di dosso gli stereotipi della inerzia e della
rassegnazione. Questo nostro è un tavolo di lavoro e noi del Mezzogiorno siamo
condannati a non sbagliare. E per non sbagliare stiamo creando queste alleanze.
Questa capacità di aggregazione, di qualità umana per essere in grado di non
sbagliare. Occorre coalizzare intorno a questo progetto il vitalismo del nostro
tempo. L’altro dato importante che noi dobbiamo segnare, è la scelta del 5G che
si lega a Matera. Matera come una cavia intelligente che potrà esprimere i
risultati di una ricerca. Una città, ripeto, che non può vivere solo di turismo
ma piuttosto del rafforzamento delle filiere primarie e secondarie, se vuole
risolvere il problema della disoccupazione. Il nostro pensiero che ci trova
coerenti, è che il Comune deve diventare un propellente vitale, cioè dev’essere
il luogo, lo dico sottovoce, di stimolazione, di provocazione e dov’è possibile
di creazione d’impresa. Qual è lo scenario che ci siamo posti? Abbiamo storia e
patrimonio culturale, ma dobbiamo continuare a produrre storia, quella del
presente e quella del futuro. Quella dell’economia della conoscenza. Quella
dell’economia del digitale. Ecco perché abbiamo detto, con una frase a effetto,
di voler trasformare i vicinati contadini in vicinati digitali. Questo è il
tracciato. E università e imprese ci diranno come la ricerca si trasforma in
applicazione, processi e prodotti. Nel 2018 Matera sarà servita dalla banda
ultralarga di nuova generazione 1G. Abbiamo destinato il Palazzo di San Rocco a
divenire un HUB per la ricerca e l’innovazione delle manifatture digitali. La
qualità della vita stimola i creativi e Matera ha questo valore. Pensiamo per
un attimo alla sicurezza. Il Sindaco gira senza scorta per la sua città. Luoghi
magnetici, radioattivi per chi vuole essere investito dalla creatività.
Sferzate di elettricità poiché Matera è una città che è un magnete. Ecco perché
pensiamo che questa può essere un luogo d’atterraggio di queste attività di
ricerca. Una città eretica – conclude il Sindaco – ma profetica, che abbandona
il vestito di “capitale contadina” per indossare il vestito di Capitale della
Cultura, di sede privilegiata dell’alta tecnologia>>.
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