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“Che stupida. La mia verità”: i retroscena della fine di uno dei matrimoni da sogno nel libro dell’ex modella, showgirl e conduttrice televisiva Ilary Blasi

Non ci sono toni sopra le righe in Che stupida. La mia verità (Mondadori), il libro nel quale l’ex modella, showgirl e conduttrice televisiva Ilary Blasi rivela i retroscena della fine di uno dei matrimoni da sogno. Invidiatissima, la coppia Totti-Blasi era nata da una favola che, pur ricalcando un clichè (il calciatore e la letterina), era riuscita ad andare oltre: per vent’anni solida e affiatata, indifferente ai pettegolezzi, in grado di affrontare con stile i gossip su presunte crisi e di vivere una “normalità” da sogno. Tre figli, una casa faraonica, weekend indimenticabili e vacanze mozzafiato. Una quotidianità dorata nella quale un posto di rilievo lo hanno avuto anche i familiari e gli amici, coinvolti in un ménage  sui generis per noi comuni mortali.

Lui, l’ottavo re di Roma; lei, lanciatissima e con una carriera televisiva sfavillante, iniziata dal basso e proseguita conducendo le trasmissioni più seguite delle reti Mediaset.

I musi lunghi del marito, immotivati, e le richieste inaccettabili – smettere di lavorare, cancellare il profilo Instagram… – sono un campanello d’allarme che Ilary prova a contrastare con tantissima pazienza e discussioni nel cuore della notte, affinché i figli non fossero coinvolti, che puntualmente terminano con un nulla di fatto. Francesco ce l’ha con lei, è evidente, eppure il suo disappunto lo esterna senza parole fin quando non viene fuori la sua gelosia – anche questa immotivata. Segue poi la foto rilanciata praticamente ovunque di una sua presunta amante, uno scatto allo stadio nel quale lei è qualche fila dietro di lui. Ilary chiede spiegazioni, sempre con molta delicatezza, lui la rassicura tanto far sì che in una lunga intervista rilasciata a Silvia Toffanin a Verissimo, lo difenda a spada tratta, sottolineando la solidità della propria unione.

Il resto è noto ma leggerlo, ancora una volta, dalle parole di Ilary assume tutto un altro significato. Sicuramente più vero, autentico, schietto. Il ritratto del campione, a parte quello che viene delineato prima della crisi – nel volume passato e presente si alternano e, ovviamente stridono: l’innamoramento folle e poi la freddezza, i silenzi, i dubbi, le bugie, fino alla scoperta del tradimento di Totti e la separazione –, non è quello di un uomo affidabile.

“Sono stati dodici mesi orribili, ma anche intensi, in cui ho scoperto me stessa, le mie risorse. Sono sopravvissuta ma non solo: sono ancora in piedi.”

Tanta dignità e una forza incrollabile, quelle di Ilary, che con questo libro la fanno diventare un esempio per tutte noi: Che stupida è la storia di dolore e rinascita, straordinaria eppure comune, di una donna che ha perso l’amore ma è riuscita a proteggersi evitando di sminuirsi. A testa alta.

Rossella Montemurro

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