lunedì, 25 Novembre 2024

Crisi idrica: l’Asp certifica l’uso potabile delle acque del Basento

L’acqua del Basento può essere utilizzata per scopi potabili. E’ la conclusione a cui giunge l’Azienda sanitaria di Potenza che ha emesso un giudizio di idoneità dopo aver preso visione delle analisi effettuate dall’Arpab, il cui risultato è in linea con quanto già...

Da qualche giorno sugli scaffali delle librerie si può trovare un’altra opera biografica dedicata all’autorevole poeta, saggista e scrittore calabrese Dante Maffia, intellettuale che nella sua lunga e celebrata carriera ha dedicato ben nove testi poetici tradotti in varie lingue alla Città di Matera. Questa volta si tratta del libro-intervista, curato da Gianni Mazzei, “Nel solco di Campanella – Intervista a Dante Maffia” (Ed. Pace 2023). Dante Maffia, già docente di Letteratura all’Università di Salerno, medaglia d’oro del presidente della Repubblica per meriti culturali, per il quale la Regione Calabria nel 2013 costituì un Comitato di candidatura al Premio Nobel della Letteratura, con l’intelligenza che lo contraddistingue risponde con garbo e profondità a una lunga serie di domande del curatore del testo. Nella prefazione Mazzei parte dal grande filosofo Tommaso Campanella vissuto tra il ‘500 e il ‘600 (era nato a Stilo, piccolo borgo dell’allora Calabria Ulteriore) cui Maffia alcuni anni addietro ha dedicato un romanzo. “Come Campanella -scrive Mazzei – anche Maffia si può fregiare di aggettivazioni che si addicono al monaco di Stilo, versatile, generoso, sognatore, audace. E’ audace, da sfidare Dio; sognatore, mai piegato alla realtà imposta, specie accademica; generoso da dimenticare sgarbi e offese; versatile giacché si muove da protagonista nella poesia, romanzo e nella critica”. In alcune domande il curatore chiede a Maffia proprio di Matera, del perché egli abbia dedicato tanti volumi alla Città dei Sassi, cosa lo abbia stregato. Lui risponde di come rimase colpito da Matera sin dalla prima visita avvenuta negli anni ’50 in una gita scolastica con il suo insegnante elementare Pio Rasulo di Stigliano. Matera, egli sostiene, non sono solo Sassi, ma è anche la gente, la sua lunghissima storia, le sue abitudini, i suoi costumi, i suoi sapori. Negli anni egli non ha mai smesso di amare la città dei Sassi che paragona a una donna/madre e che descrive con intenso lirismo, suggestione artistica e notevoli emozioni.  

 Filippo Radogna

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