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“Capire il cuore altrui”, la penna ipnotica di Antonella Lattanzi tra le sfumature di Emma Bovary

“Credo che a chiunque legga Madame Bovary a un certo punto verrà in mente la parola sinfonia – o altri termini simili. Perché Flaubert scrive la realtà, e dentro la realtà ci sono il tangibile e l’intangibile, c’è ciò che si vede e ciò che non si vede, c’è la disperata necessità che esista un divino a consolarci, a risarcirci almeno un po’, e la consapevolezza che l’universo è di per sé spietato, e non ha alcun interesse per te. Come questo cielo color topo oltre la mia finestra, che potrei amare o non amare. Che io lo ami o non lo ami, non per questo il cielo cambierà. (…)”

Capire il cuore altrui. Emma, Flaubert e altre ossessioni (HarperCollins) di Antonella Lattanzi, una delle più grandi scrittrici italiane contemporanee, è una dichiarazione d’amore per Madame Bovary. E’ un libro che, partendo dalla protagonista Emma Bovary, analizza, seziona con cura, approfondisce tematiche strettamente legate al profilo di Emma e che in qualche modo si legano a storie personali dell’Autrice. Le parole della Lattanzi, infatti, accompagnano il lettore nell’intimità di una donna che più volte, in periodi diversi e cruciali della propria vita, ha rappresentato ora un monito ora un insegnamento ora un modello. Come se le pagine potessero parlare, in alcune circostanze si sono rivelate salvifiche. Un’affinità elettiva come poche che si rafforza nel ricordo di altri libri, film, canzoni, da Anna Karenina al documentario Deep Water, da Sotto il vulcano di Malcolm Lowry a Beppe Fenoglio mai perdendo di vista Emma. Brani e citazioni lontane nello spazio e nel tempo, grazie allo stile inconfondibile e profondo della Lattanzi diventano tutt’uno, intrigando il lettore nel nome di Emma – un personaggio controverso, reso autentico e ricco di sfumature dalla disamina della Lattanzi. Divisiva come poche altre eroine della letteratura, viziata ed egoista ma sempre e solo mossa dal Desiderio: “Tutta la storia di Madame Bovary nasce da un desiderio. Desiderio che, come ho scritto, è il vero e unico motore di questo romanzo. Madame Bovary è un romanzo sul desiderio, che si moltiplica e non finisce mai. Emma è un moltiplicatore di desideri, non è né una donna senza cervello che forgia le sue passioni e i suoi sogni su dei romanzetti, né un’adultera che passa da un uomo a un altro per dare un po’ di pepe alla sua vita, né una stupida che crede a ogni promessa che le viene fatta.

Madame Bovary è una specie di cavallo in corsa – i cavalli, in tutto il romanzo, preannunciano momenti clou di questa storia. Un cavallo che vagava in un prato, e poi è stato colpito da uno sperone, e ha cominciato a correre, correre contro tutto e tutti, e dal momento in cui ha iniziato a correre non è stato più possibile fermarlo”.

Antonella Lattanzi è nata a Bari nel 1979 e vive a Roma. È scrittrice e sceneggiatrice. Ha pubblicato i romanzi Devozione (Einaudi 2010 e 2023), Prima che tu mi tradisca (Einaudi 2013), Una storia nera (Mondadori 2017) e Questo giorno che incombe (HarperCollins Italia 2021), Cose che non si raccontano (Einaudi 2023). Per il cinema ha scritto, tra le altre, le sceneggiature di Fiore di Claudio Giovannesi, Il campione e Una storia nera (tratto dal suo romanzo omonimo) di Leonardo D’Agostini. Collabora con il «Corriere della Sera». È tradotta in diverse lingue.

Rossella Montemurro

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