È una Chiara Francini spumeggiante come sempre ma molto più intima quella che si racconta in Forte e Chiara (Rizzoli), un’autobiografia che fa dell’ironia il suo punto di forza. Infanzia, Adolescenza, Adultità, Ora e sempre sono i capitoli lungo i quali si snoda la storia di una bimbetta, figlia unica di Giancarlo (di mattina impiegato all’ufficio postale di, di pomeriggio istruttore di scuola guida) e Sara (segretaria alla direzione sanitaria dell’Istituto Ortopedico Toscano), cresciuta con i nonni materni Danilo e Orlanda, detta “L’Orlanda Furiosa” nelle Case Fanfani, a Campi Bisenzio.
“È la storia di una ragazza come io, – precisa Chiara – che è anche il titolo bellissimo del libro di una grande autrice, Anita Loos. A Girl Like I. “Una ragazza come io” è un’espressione apparentemente strana, sgrammaticata, sbagliata, diversa, quando la leggi per la prima volta. Esattamente come, da sempre, appaio io. In questa espressione, è vero, c’è qualcosa che disvia dalla regola, ma se le guardi tutte insieme, quelle parole che le danno vita, ti restituiscono un ordine, un’immagine bella, come la verità. Una ragazza sì, ma come io. E in quell’io ci sono le mani, i capelli, i tic, le ginocchia, la saliva e le lacrime di ognuna di noi, così simili ma anche così uniche e irripetibili. Io, una ragazza, peraltro, non lo sono più da molti anni. Ma ogni donna ha l’età che si merita.”
Dallo zio Nilo che le leggeva le favole. alla Limonaia di Sesto Fiorentino dove ha mosso i primi passi artisticamente parlando, Forte e Chiara è soprattutto un’autobiografia nella quale spicca il lato umano di Chiara, descritto in ricordi e aneddoti dalle persone che più la conoscono e le vogliono bene: la mamma, alcuni parenti, gli amici.
Non mancano i passaggi in cui si lascia andare a riflessioni profonde: “La felicità è scivolosa. Ma per le donne lo è di più. È la storia che ce lo insegna. Cicilicamente, nel nostro racconto siamo sempre state avvezze a cadere nell’illusione di aver acquisito un pugno di indipendenza, di libertà, di gioia che poi come cosparsa di crema, ci è sfiatata via, in un istante, dalle mani.
Anche nel momento in cui ci pare di stringerla, quando la felicità sembra esplodere per rimanere, è come se un vento contrario ci urlasse: “Non basta””.
E, nella seconda parte, tra le tematiche approfondite da Chiara (il ruolo della destra e della sinistra, il denaro e il potere che governa i comportamenti umani) c’è la dicotomia che ogni donna si porta dietro: realizzazione personale e desiderio di maternità.
“(…) Quando arriva il momento in cui non hai più tempo e decidi di provare, perché forse sei convinta sia quello giusto, perché pensi che se non lo farai te ne pentirai, perché speri che finalmente avrai un senso, perché credi che, senza, la tua non possa davvero chiamarsi famiglia, allora ti butti. E lui, il tuo corpo, quello che dovrebbe fare i miracoli, magari, ti mostra il dito medio e ti dice che non sei buona che sei marcia, che è tardi che dovevi pensarci prima o magari non pensarci proprio (…)”.
Chiara Francini è nata a Firenze e cresciuta a Campi Bisenzio, è un’attrice e una scrittrice. Collabora con «La Stampa» come editorialista. Per Rizzoli ha pubblicato i romanzi bestseller Non parlare con la bocca piena (2017), Mia madre non lo deve sapere (2018), Un anno felice (2019) e Il cielo stellato fa le fusa (2020).
Rossella Montemurro