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Sculture, foto, video e rappresentazioni multimediali nel segno del 2 Luglio: si dipana su più livelli e avvolge il visitatore tra le immagini, le voci e i suoni del giorno più lungo dei Materani Ave Mundi Spes Maria. I carri giubilari della Madonna della Bruna 1925–2025, la mostra curata dall’Associazione Maria SS. della Bruna, ieri in una suggestiva anteprima in notturna, nella Fondazione Sassi in via San Giovanni Vecchio n. 7.
L’iniziativa si inserisce nel programma del convegno di Soroptimist International d’Italia e Soroptimist Club Matera “Le imprese culturali e creative”, un’occasione di confronto sul valore della cultura come strumento di cura e rigenerazione sociale e al ruolo femminile nelle istituzioni e nelle organizzazioni culturali.
“Nell’ambito del convegno cha come tema specifico La cultura che cura quindi il welfare culturale, abbiamo voluto aprire gli spazi della Fondazione a diverse mostre – spiega Patrizia Minardi, direttrice della Fondazione Sassi e componente del Comitato Pari Opportunità Soroptimist International –, tra queste l’esposizione progettata con l’Associazione Maria SS. della Bruna. Abbiamo ritenuto che negli ipogei, la “pancia” più interna dei luoghi della Fondazione, possa annidarsi in maniera positiva il senso della nostra intimità e della nostra religiosità. Abbiamo fatto in modo che questi luoghi parlassero alla parte nostra più intima dalla parte più intima della madre terra: si congiunge la Madre Terra con la Madre Santissima della Bruna per dare un messaggio di apertura e di speranza attraverso le porte del Giubileo, di pace in tutto il mondo partendo da Matera con uno sguardo particolare ai Paesi e alle donne del Mediterraneo che con i loro bambini stanno soffrendo. Con questa mostra vogliamo dare un segnale di speranza e libertà”.
L’esposizione, che ha visto in prima linea il presidente Bruno Caiella, il delegato alle attività culturali dell’Associazione Maria SS. della Bruna Franco Moliterni e lo storico dell’arte Fabrizio Perrone celebra il legame tra arte, tradizione e devozione, raccontando la storia dei carri giubilari del 2 Luglio. È una suggestiva full immersion in un percorso artistico curato nei dettagli: “Per valorizzare il nuovo corso della Fondazione Sassi abbiamo pensato di proporre un tema che si ricollegasse al Giubileo. Ho fatto una ricognizione dei carri negli anni in cui si sono svolti i Giubilei ordinari e straordinari e la difficoltà di recuperare immagini di carri del lontano passato ha portato a circoscrivere il periodo all’ultimo secolo.
Tra i luoghi della Fondazione e la rappresentazione della festa della Bruna c’è un vero e proprio dialogo. – prosegue Moliterni – Abbiamo la possibilità di mostrare come la creazione degli antri nei Sassi è dovuta a un’elaborazione, con la roccia trasformata in blocchi di tufo con cui si costruisce e si chiude l’ingresso della grotta. Quest’ultima viene trasformata in qualcosa che possa essere d’aiuto e sostegno all’uomo. Volendo fare un parallelismo, il carro della Bruna è la trasformazione di materiale inservibile – qual è ad esempio la carta di giornale – in qualcosa di utilizzabile. Ho inoltre voluto sottolineare il ruolo della donna nel processo di trasformazione. Come il carro, che nell’utero della fabbrica nasce si sviluppa e cresce, così avviene nel seno della donna come madre.
All’ingresso degli spazi espositivi ci sono tre anfore con i fiori. Nella psicologia archetipica il vaso raffigura la donna; ho scelto tre tipi di fiori – il giglio, la rosa e l’iris a rappresentare le tre fasi della vita di una donna e le loro prerogative principali: il giglio l’infanzia, la rosa la maturità e l’età adulta, che richiama Elisabetta della Visitazione, l’iris. Sopra le anfore ci sono angioletti perché a fare da collante è sempre la parte spirituale”.
Gli angioletti sono sospesi anche nell’area centrale dell’allestimento e sono posizionati in modo tale da oscillare leggermente al passaggio dell’aria.
Infine, il visitatore può ammirare quattro porte del carro, quelle che permettono il passaggio dell’effigie della Madonna: “È un elemento estremamente importante e carico di significati: la porta come confine, passaggio tra finito ed infinito ma anche come Porta Santa del Giubileo. La Madonna entra come madre potenziale ed emerge come madre completa. Sono tutti aspetti che abbiamo voluto sottolineare”, conclude Moliterni.
Ave mundi spes Maria, il titolo della mostra, è strettamente legato ai tema del Giubileo e del carro 2025, come spiega il dott. Perrone: “C’è quasi un ideale filo che unisce Matera, nel suo giorno più importante, con Roma. La raffigurazione del tema giubilare funge da trait d’union con Roma, con la capitale della cristianità. Esporre le porte che negli anni hanno dato l’accesso dell’effigie della Vergine Maria sul carro rientra nell’idea comune di voler raccontare la propria tradizione anche attraverso sfaccettature della festa e del manufatto non sempre visibili, o “famose”. È un racconto intimo che muove i passi da quella che è per sua natura la semplicità della tradizione ma che strizza l’occhio alla gestualità che si compie durante i riti del Giubileo quale l’apertura della porta santa.
Gli ipogei della Fondazione Sassi, che risalgono al 1584, del resto non possono che amplificare la visione che si ha di questa esposizione, nella quale al tema della tradizione è legato indissolubilmente il più ampio tema del Mediterraneo, riprendendone l’importanza sociale e culturale data anche dalla recente nomina di Matera Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026. – aggiunge Perrone – Si avrà così modo di poter ammirare, oltre che le opere esposte, anche l’antico palmento per la pigiatura dell’uva che porta alla grande cisterna di raccolta dell’acqua. Di spiccato interesse storico sono i tre bassorilievi raffiguranti, secondo la tradizione, il monacello, ossia il famoso spiritello, una papessa o donna col fiore in bocca, che per la tradizione materana vuole essere una ricca possidente rimasta sola e per questo così soprannominata ed infine un bassorilievo cruciforme probabilmente in travertino. Ave, quindi, vuole essere per i propri visitatori il grimaldello con cui aprire il proprio sguardo passando per la tradizione tanto antica quanto importante della festa della Bruna, per approdar e alla consapevolezza del vissuto quotidiano, nell’intimo scorrere del tempo materano”.
In esposizione alcune opere delle artista Elena Mirimao e Annalisa Di Gioia (che nel 2023 insieme a Luigina Bonamassa, e Laura D’Ercole realizzarono il carro) e del giovane artista Domenico Festa. Hanno collaborato alla realizzazione della mostra anche coloro che hanno fornito alcune foto di carri: Giuseppe Montemurro, Giovanni Bruno e Francesco Staffieri.
Il dott. Perrone ha ringraziato la presidente e la direttrice della Fondazione Sassi, Maria Giovanna Salerno e Patrizia Minardi, e l’Associazione Maria SS. della Bruna nelle persone di Caiella, Moliterni e del delegato don Francesco Di Marzio.
Nel pomeriggio, dalle15.30 alle 18, alla Fondazione Sassi si terrà l’incontro tematico: “La cartapesta e la sacralità intrinseca: Ave Mundi Spes Maria. I carri giubilari della Madonna della Bruna” con interventi di Salerno, Moliterni e Perrone. La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile oggi fino alle 20 e domani, domenica 30 marzo, dalle 10 alle 20.
Rossella Montemurro


