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Antonella Pagano con “Panalfabetare” al Festival del Lavoro Creativo & Culturale nel cuore del Sannio

Riceviamo e pubblichiamo dalla scrittrice e poetessa Antonella Pagano:

Son vissuta molti decenni a Matera, come non nutrire venerazione per la farina e il pane? E perciò come non rispondere subito si all’invito della Prof.ssa Rossella Del Prete dell’Università del Sannio, la donna che sta molto intensivamente e caparbiamente operando per la valorizzazione creativa e poetica, ma anche economica, di quel territorio e dell’incantevole e così significativo luogo che è l’antico mulino Florio? Così ho portato il mio componimento poetico “Panalfabetare”, un poema dedicato alla storia e alla vitalità che il mulino ha avuto nel tempo e che rinnova oggi nel continuare a farsi esperienza produttiva di questo territorio. Si è fatta pièce che ha aggiunto la parola bella, ha tratteggiato la storia attraverso una prospettiva creativa e fiabesca del Mulino e del Territorio tutto, oltre che della figura del Mugnaio. Il Mulino Florio è stato, dunque, aperto appositamente dall’Associazione Il Presepe nel presepe-associazione  che in dicembre allestisce l’immenso presepe vivente sull’estesa radura prospicente il bosco, poco più in là di dove sorge il delizioso mulino. E’ importante riflettere su queste realtà piuttosto che semplicisticamente pensare che per parlare di farina, di mulini e di pane basti riferirsi unicamente a realtà agropastorali e a tutto l’immaginario della cultura tradizionale che ad essa si collega, poiché c’è tanta magìa e poesia e c’è tanto da ascoltare dal vento e dall’acqua e dai ruscelli prima di poter parlare di un rito così tanto antico, significativo e simbolico,  così tanto familiare e così tanto umano. Far farina e poi far pane? In un contesto come quello del Sannio? Al mattino molto presto quando l’acqua canta la sua canzone, la brezza solletica le fronde e gli uccelli prendono a gorgheggiare? Non è banale né semplice. Bisogna saper di meccanica, bisogna saper d’idraulica e conoscere gl’ingranaggi meglio delle proprie tasche e saper bene quando la fota è colma a sufficienza talchè le pale possano cominciare allegramente a girare. Sorella benedetta acqua è il direttore d’orchestra. Leì dà l’energia che muove le pale che muovono le grandi pietre dalla cui danza vien la farina. Millenaria tradizione quella dei mugnai…sarà farina e sarà pane per la famiglia sarà nutrimento di meraviglia. Della realtà materana mi è piaciuto portare ai tanti convenuti da diverse regioni e ai tanti accademici di innumerevoli università italiane, la bella storia dei Timbri del pane. Come ogni famiglia ne possedeva uno con le iniziali del capofamiglia; narrare che il Timbro del pane era dono del pretendente la mano della donna che voleva sposare e che quella donna che lo riceveva lo conservava e lo tutelava al pari d’icona sacra. Informare, finanche, che il National Museum di Copenaghen ne conserva un’intera collezione grazie a Knud Rasmussen, esploratore groenlandese che esplorò il Mezzogiorno d’Italia. Sarebbe grave sottovalutare anche un piccolo antico mulino posto in una area interna di questa nostra straordinaria nazione. Anche perciò trovo importante riferire quanto ha sottolieato la Prof.ssa Rossella Del Prete nel bel libretto che narra ogni dettaglio di RaRo: dal 5 luglio a tutto il 4 agosto, la 1^ Edizione di RaRo – Festival del Lavoro Creativo & Culturale, la Prof.ssa Rossella Del Prete Responsabile scientifico e Direttore artistico del Festival:“La creatività ha ampiamente dimostrato di essere fondamentale per la qualità sociale e lo sviluppo economico dei territori. Design e cultura materiale, moda, architettura; tecnologie e software dell’informazione e della comunicazione (ICT), branding, pubblicità, teatro, cinema, radio, televisione ed editoria e poi l’industria del gusto, l’arte contemporanea, il patrimonio culturale, la musica e lo spettacolo dal vivo sono alcune delle declinazioni della creatività e dei lavori ad essa connessi; le imprese creative generano circa il 6% delle ricchezza prodotta (oltre 90 miliardi) e valorizzano una filiera produttiva di oltre 250 miliardi di euro, il turismo è il primo beneficiario. La cultura, per l’Italia tutta, è un formidabile attivatore di economia come riporta anche quest’anno il Rapporto annuale di Fondazione Symbola e UnionCamere ‘Io sono Cultura’ che continua ad attestare il valore crescente del Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) che nel 2021 corrispondeva a 88,6 miliardi di euro corrispondenti al 5,6% del valore aggiunto italiano e un valore accresciuto di + 1,8% nel 2022, Il Settore Culturale e Creativo, dunque, offre lavoro a quasi un milione e mezzo di persone, cioè quasi il 6% dell’occupazione totale. Si tratta di una filiera oggi molto complessa in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore (275.318 imprese e 37.668 organizzazioni no-profit)”. Ne ho fatto una pièce teatrale con tanto di regia e musica d’armonica a bocca e dei miei famosi campanelli per accompagnarmi mentre sciorinavo la filastrocca di tutti i pani italiani, regione per regione e poi tutti i pani della nostra bella Europa fino alla metafora, alle citazioni dotte di Dante Alighieri, al pane del viaggio, al pane delle donne, al pane della pace, al pane alato per finire con il colmare la stanza di fragranza di pane, le lettere del   mio Alfabeto di Pane questa volta le ha realizzate la grande Chef -internazionalmente nota- Anna Maria Mastrantuono. Lettere lavorate finemente, ricami virtuosi d’intrecci, rose di pane dai petali verosimili, farfalle adagiate su treccine e profumo, profumo e profumo di panfragrante. La Mastrantuono ha interpretato l’arte di far pane esattamente com’è nel mio mondo poetico, quello delle parole buone e, così facendo, ha sparso esattamente quel sapore e quel profumo, sapore e profumo di buono perché urge ritrovar parole buone, buone come il pane.

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