“Metteremo a disposizione il lavoro effettuato in questi anni, soprattutto in riferimento ai contatti e alla rete con ambienti universitari e riviste scientifiche, per impegnarci a mantenere costante il livello di condivisione delle conoscenze con il resto della comunità scientifica. Non possiamo essere monadi ma dobbiamo confrontarci, non possiamo essere autoreferenziali ma dobbiamo essere aperti al confronto con chi è più bravo ed esperto per poter migliorare. L’obiettivo è continuare a lavorare confrontandosi costantemente sia tra unità operative sia con il territorio per migliorare la qualità dell’assistenza.” Ha le idee chiare il dott. Francesco Massimo Romito, professionista di riconosciuta esperienza, nell’immediatezza della nomina a nuovo Direttore della Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Sanitaria Locale di Matera.
“Sono molto contento e onorato – aggiunge – di rivestire questo incarico che è un ruolo cardine all’interno dell’ospedale. Il servizio di Anestesia e Rianimazione fa parte del tessuto connettivo di un ospedale, il Pronto soccorso, il Laboratorio, la Radiologia: sono servizi sempre presenti e trasversali, necessari a tutte le altre specialità”.
Il Commissario Straordinario dell’ASM, dott. Maurizio Friolo ha definito il dott. Romito “un medico di alto profilo professionale e umano”.
Nato nel 1969, laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Bari nel 1994, specialista in Anestesiologia e Rianimazione dal 2000 nella medesima Università, con European Master in Disaster Medicine presso l’Università Piemonte Orientale e Vrije Universiteit di Bruxelles, Docente nominato in Fisiologia Umana all’Università degli Studi di Bari e di Foggia. Romito è Referente Regionale Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva nonché Vice Presidente dell’Ordine dei medici di Matera e Peer Reviewer per la rivista scientifica Acta Anaesthesiologica Scandinavica.
“Ringrazio – conclude il dott. Romito – tutti quelli che mi hanno concesso questa opportunità a partire dai miei genitori che mi hanno consentito di studiare e di affermarmi professionalmente; i colleghi con cui ho avuto a che fare, dai docenti universitari ai colleghi anziani che nel rispetto deontologico hanno trasmesso la loro esperienza ai colleghi più giovani e che io stesso metto a loro disposizione: la medicina è un percorso e non la semplice somministrazione di una terapia. Non dimentichiamo mai la differenza tra curare e prendersi cura”.
Rossella Montemurro