La mascotte della XX edizione dei Giochi del Mediterraneo, che si terranno a Taranto nel 2026, sarà scelta con un sondaggio aperto a tutti fino al 16 giugno 2020. Ionios, Skuma e Ikkos le tre proposte in gara presentate qualche giorno fa in una videoconferenza stampa dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, dal presidente del Coni Nazionale, Giovanni Malagò, dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano con il direttore generale dell’agenzia regionale Asset, Elio Sannicandro, e dal ministro per le Politiche Giovanili e per lo Sport, Vincenzo Spadafora. «Si tratta di tre figure ispirate a ciò che appassiona i popoli del Mediterraneo: una storia millenaria in comune, i deliziosi frutti del mare e i delfini che popolano le nostre acque» hanno spiegato i promotori dell’iniziativa.
Si vota con un like sotto la foto della mascotte preferita sul sito https://taranto-2026.it/ o sotto il post dedicato sulla pagina Facebook Ecosistema Taranto, fino alla mezzanotte del 16 giugno 2020.
Ionos è un delfino birichino dalla pettinatura punk. Il “piccolo principe” del mare nostrum, simbolo della felicità dei giochi in acqua.
Skum è l’immagine dei migliori frutti del mar di Taranto. Giovane, bella e ribelle contro ogni stereotipo: a chi hai detto “cozza” finora?
Ikkos è il mito tarantino dei giochi in versione supereroe: metà macho, metà mare, “sirenetto” innamorato dello sport. Le gesta di Ikkos brillarono nel mondo ellenico.
A lui lo scrittore tarantino Lorenzo Laporta ha dedicato il romanzo Ikkos – L’atleta di Taranto (Mandese Editore). Grazie al libro di Laporta, Ikkos ha avuto un’enorme eco mediatica, tanto da attirare anche l’attenzione dell’autrice Rai e Mediaset Paola Pascolini, intenzionata a una trasposizione sul grande schermo.
Quella raccontata da Laporta è una storia empatica, con personaggi che rimangono impressi al lettore, dialoghi che non si dimenticano, valori positivi. Ikkos vuole essere anche una profonda dichiarazione d’amore nei confronti di Taranto, città dell’autore. L’acciaio di Taranto è quindi declinato anche in altre forme – lo stesso Ikkos è un atleta d’acciaio.
Ikkos, insomma, come mascotte ha una marcia in più per lo spessore della sua storia.
Laporta, classe’81, scrive dall’età di quindici anni. L’esordio narrativo avviene con Déjà-vu (2003, prefazione di Romano Battaglia) mentre la prima opera poetica, la silloge L’uomo solo (1999, Premio Pirandello) vanta la presentazione del narratore e poeta Roberto Pazzi. Alcune liriche di Laporta sono state pubblicate nell’antologia dei poeti La Vallisa (2000). Grazie a Le parole della pioggia (2008, Premio “Il Molinello” e Premio “Ignazio Ciaia”) ha girato l’Italia in un tour promosso da MySpace. Per Aliberti Editore nel 2010 ha pubblicato Bugia d’amore promosso da De Agostini. Tra i suoi saggi Mi vestirò da angelo. Laura Degan (2011, Editrice Shalom) e Rivelazione della Vergine alle Tre Fontane (2016, Shalom).
Rossella Montemurro