lunedì, 25 Novembre 2024

Crisi idrica: l’Asp certifica l’uso potabile delle acque del Basento

L’acqua del Basento può essere utilizzata per scopi potabili. E’ la conclusione a cui giunge l’Azienda sanitaria di Potenza che ha emesso un giudizio di idoneità dopo aver preso visione delle analisi effettuate dall’Arpab, il cui risultato è in linea con quanto già...

C’è tempo fino al 9 agosto 2024 per visitare, dalle 18 alle 21 nello spazio espositivo di via delle Beccherie 41 dell’Associazione Studio Arti Visive APS la mostra collettiva dal titolo “Percorsi”.

Scultura, pittura, fotografia e scenografia sono i diversi linguaggi espressivi che si riflettono nelle opere di Ettore Altieri, Emma Archer, Antonio D’Annunzio, Antonio Di Campli, Carla Di Pardo, Paolo Dongu, Claudio Gaspari, Lello Muzio, Davide Scutece. Artisti che fanno parte del Gruppo Inclusioni – un sodalizio di recente formazione ma che ha al proprio attivo già diverse partecipazioni a mostre collettive in luoghi di rilevante interesse artistico e culturale – e che, presi singolarmente, vantano un’esperienza almeno trentennale nel campo artistico. Non a caso, in “Percorsi” ci si rende subito conto che la varietà dei linguaggi e delle ricerche individuali amplifica la forza dell’immagine artistica: intesa, questa, in generale come soglia tra il modo di vedere dell’artista e quello di ciascun osservatore, verso lo svelamento della verità dell’artista.

Secondo Elena La Morgia, che ha curato il testo critico del catalogo, “ogni artista si presenta in modo assolutamente originale, mostrando un segmento del proprio iter poetico, spesso come artefice di antica memoria nella relatività di ricerche assolutamente contemporanee che nulla più devono alla mimesis del reale.

Per questa strada si comprende profondamente il senso della mostra “Percorsi”, che offre un caleidoscopico spaccato del contemporaneo fare artistico, indugiando con grande sapienza sul concetto di opera.

Nove fra pittori, scultori, una scenografa e un fotografo, con altrettanti mondi della visione artistica, che si ritrovano nel confronto arte-vita senza dimenticare di guardare alla storia dell’arte e suggerire, col proprio fare vario e ricco, quell’idea di “grande officina” con cui il grande André Chastel definì l’arte italiana del Quattrocento.

Così Matera, storica “città dei Sassi” e contemporanea “città della cultura”, diventa sede ideale di una moderna officina inclusiva in cui gli artisti – artefici si soffermano sulla raffinatezza tecnica e sulla sintesi formale”.

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