giovedì, 26 Dicembre 2024

Sono stati gli applausi a fine proiezione a confermare la bellezza del film evento della Rai La luce nella masseria scritto dai due sceneggiatori materani Saverio D’Ercole e Roberto Moliterni e proiettato in anteprima nazionale al cineteatro “Guerrieri” di Matera.

Il tv movie, proiettato esattamente 70 anni dopo l’inizio del servizio pubblico radiotelevisivo, si colloca nell’ambito delle celebrazioni per l’importante anniversario della nascita della televisione italiana. In prima visione e in prima serata arriverà su Rai 1 domenica 7 gennaio.

“Siamo nel lontano 1962, – spiegano i registi Tiziana Aristarco e  Riccardo Donna – Pinuccio ha nove anni e a modo suo ci racconta la vita della sua grande famiglia rurale, che fa i conti con le amare sorprese della vita e con l’arrivo della modernità. Ecco che l’avvento della tv diventa un momento epocale nella memoria di Pinuccio: “Quel pomeriggio, come in un sogno vidi la Rai Radiotelevisione italiana invadere Matera, portando il progresso… Più tardi scoprii che non era proprio un’invasione, ma il colpo fu comunque potentissimo.” È proprio vero che nella memoria dei bambini tutto diventa più grande, più immaginifico e noi abbiamo cercato di essere fedeli a quello sguardo, facendolo diventare una cifra stilistica. Ci siamo calati nella personalità di questo bambino, divertendoci a giocare con i suoi ricordi e anche un po’ con i nostri che dal ‘62 ci siamo passati…”

La luce nella masseria è prodotto da Luca Barbareschi per Èliseo Entertainment, con la collaborazione di Rai Fiction e il supporto della Lucana Film Commission.

“Questo film inaugura tutte le celebrazioni Rai. – ha sottolineato Margherita Romaniello, presidente della Basilicata Film Commission, poco prima della proiezione, intervistata dalla giornalista Antonella Losignore – E’ un film che regala un’amozione anche perché la Basilicata è una terra che si sa raccontare con infiniti linguaggi e infinite risorse”. 

“Abbiamo raccontato come gli artisti si accorgono prima degli altri del dolore, come ha fatto Levi – ha affermato Barbareschi – Matera in quegli anni era una zona difficile e l’arrivo della RAI era una struttura narrativa perfetta”.

Entusiasti per la scelta della città dei Sassi, ancora una volta protagonista di una produzione cinematografica, anche il sindaco Domenico Bennardi e il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.

Gli attori protagonisti sono Domenico Diele, Aurora Ruffino, Renato Carpentieri e Giusy Frallonardo. Nel cast anche tanti attori materani Nando Irene, Carlo De Ruggieri, Lia Trivisani, Antonio Andrisani e Francesco Zaccaro e i piccoli Giovanni Limite, Aldo Mastrillo e Antonio Trucco. E ancora Maria Grazia Zingariello, Pino Rondinone, Antonella Sasso, Annarosa Matera e Anna Onorati. Geo Coretti si è occupato della regia del backstage mentre i casting sono stati affidati alla “Blu Video”.  Nel cast anche i lucani Erminio Truncellito e Ilenia Ginefra.

Filo conduttore l’avvento del televisore nelle famiglie italiane che, con l’inizio qualche anno prima delle trasmissioni Rai, diventa un oggetto immancabile. Il piccolo Pinuccio lo guarda, ammaliato, dalla vetrine di un negozio di elettrodomestici. “Canzonissima” diventa il collante per tante famiglie che si ritrovano a casa di chi ha già un televisore.

E, come ripete nonno Eustachio: “Uno aspetta aspetta e poi a un certo punto le cose accadono.

A volte basta guardarsi in faccia e parlare per evitare la guerra”, perché la trama ruota attorno alle vicende della famiglia Rondinone. 

Rossella Montemurro

Foto Michela Masciandaro

SINOSSI

I Rondinone, con la loro grande masseria non distante da Matera, sono protagonisti della storia. Si tratta di una famiglia numerosa e unita che, sotto la guida del patriarca Eustachio (Renato Carpentieri), ha sempre fatto fronte comune alle avversità e da decenni lavora la terra e vive dei frutti della propria fatica. Una vita dura, a volte durissima, ma per l’undicenne Pinuccio (Giovanni Limite) è impastata di magia e di sogni, come quello di avere un televisore, che nel 1962 si possono permettere solo le poche famiglie benestanti della città. È dal suo punto di vista che seguiamo le vicende. L’eroe di Pinuccio è suo zio Vincenzo (Domenico Diele): il più forte, il più simpatico ma anche il più moderno e al passo con i tempi. Essendo anche un bel ragazzo, è conteso da due donne: Giuseppina e Imma (Aurora Ruffino). Un giorno però lo zio, durante una festa nel cortile della masseria, si accascia a terra. La diagnosi è grave: sclerosi a placche (oggi nota come sclerosi multipla). Costretto a smettere di lavorare nei campi, Vincenzo presto si ritrova su una sedia a rotelle. Pinuccio guarda sgomento la trasformazione del suo supereroe e assiste al disfacimento della sua vita sentimentale: mentre la prorompente Giuseppina s’impaurisce e si allontana, la timida Imma – che sarebbe felice di restare accanto a Vincenzo anche in quelle condizioni – viene “rifiutata” dal giovane che non vuole rovinarle il futuro. La famiglia, preoccupata dall’avvenire di Vincenzo, per assicurargli una vita normale, gli compra una tabaccheria in città, proprio accanto a un negozio di televisori che diventa meta fissa di Pinuccio. La malattia di Vincenzo, la decisione di un altro fratello di lasciare la vita dei campi a favore della fabbrica e la morte del patriarca Eustachio innescano i litigi legati all’eredità e portano la famiglia Rondinone a valutare la vendita della masseria a Mariano, un imprenditore che si dice abbia fatto fortuna vincendo alla Lotteria Italia e che vuole costruirvi una fabbrica di cemento. A seguito delle divisioni oramai insanabili si decide per la vendita. E la data del passaggio di proprietà viene fissata al 7 gennaio 1963. È chiaro a tutti che, una volta venduta la proprietà di famiglia, nessuno avrà più occasione di riallacciare i rapporti con gli altri e ognuno andrà avanti per la propria strada. La notizia della vendita della masseria e la disgregazione della famiglia fanno precipitare Pinuccio in un grande sconforto. Anche Vincenzo, che nel frattempo ha avuto il coraggio di sfidare il futuro accanto a Imma, capisce che non si può mollare così. Che bisogna far di tutto per riunire la famiglia. Ecco allora l’idea: forse niente è perduto e la masseria può ancora essere la casa dove lavorare e vivere tutti insieme. Vedere i figli di nuovo felici farà riscoprire il valore delle relazioni umane e familiari. A guardarla oggi, una storia così sembra una fiaba. Una meravigliosa fiaba che merita di essere raccontata per coloro che ne hanno memoria, ma anche per coloro che non riescono a immaginarla e potrebbero scoprirla.

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