"Dobbiamo tornare a guardare l'alba e il tramonto con gli occhi della meraviglia prima che con gli occhi del giudizio". Lo ha affermato la psicologa e psicoterapeuta rogersiana Maura Anfossi, riferendosi al colore arancione, questa sera nella città dei Sassi nella...
Parlando di Ashley Audrain ogni descrizione è superflua: lei è una fuoriclasse come poche, il suo romanzo d’esordio, La spinta (Rizzoli), ha conquistato gli editori di tutto il mondo: è stato tradotto in 34 paesi e i diritti televisivi sono stati acquisiti dai produttori di C’era una volta a… Hollywood. Con una responsabilità così grande, è inevitabile che per il secondo romanzo le aspettative siano tante. E adesso, con Sussurri (Rizzoli, traduzione di Isabella Zani) arrivato da poco anche in Italia, si può affermare che il talento della Audrain è indiscusso.
La smania dell’autrice di insinuarsi in storie scomode, di sondare il lato oscuro delle donne, di dar voce all’indicibile e farlo quasi con nonchalance trova il suo apice proprio in Sussurri. Inizia in sordina, con un elegante party organizzato dai Loverly, ii proprietari della casa più lussuosa di Harlow Street. Whitney, bellissima e magnetica come sempre, è la mamma di Xavier e di due gemelli. E proprio da lei, perfetta in tutto, mai gli invitati si sarebbero aspettati di sentirla sgridare in malo modo Xavier, dieci anni, che si era rinchiuso in una camera e aveva mangiato le brioscine destinare agli altri bimbi. Un accesso di ira, e un’ombra che scende a macchiare questa donna così distante da tutte. Fortuna che c’è Blair, – Blair pende letteralmente dalle sue labbra – e che si provi a minimizzare – può capitare a tutte, no? – quello spiacevole episodio.
Nove mesi dopo Xavier è portato d’urgenza in ospedale, in coma: il bambino è caduto dalla finestradella sua cameretta. Di turno c’è Rebecca, una dottoressa che abita vicino casa dei Loverly e che non può fare a meno di ricordare la sfuriata di Whitney.
Comincia così una storia che si sviluppa seguendo le coordinate di donne tra loro diverse, accomunate però da un dolore sordo che le rende esposte a emozioni troppo forti e a pensieri molto pericolosi.
“Le due cose possono coesistere: il risentimento e il conforto. La disperazione e tutto quell’amore.”
Whitney, Blair, Rebecca e Mara sono simili nella sofferenza dei pesi che si portano dentro. Per Whitney, è quel figlio che sembra un enigma. Ingestibile, una zavorra fin dalla nascita quando lei era sicura di poter riprendere a lavorare. Per Blair è un marcato senso di inferiorità, oltre a quei sussurri che vorrebbero metterla in guardia dal marito (“Una volta li aveva sentiti definire i sussurri: quei momenti che provano a dirti qui c’è qualcosa che non va. Il dramma è che alcune donne non ascoltano ciò che la vita tenta di dire loro. Non sentono i sussurri finché non si voltano indietro con il senno di poi. Colte alla sprovvista. Con il bisogno disperato di vedere la realtà per quello che è”). Per Mara, un figlio perso quando era adolescente e per Rebecca la spasmodica ricerca di un figlio che si conclude in una serie di dolorosissimi aborti.
Quasi un Desperate Housewives serio e terribile, Sussurri è un campionario di casi umani che fa rabbrividire. Perché mentre Xavier è in coma e Whitney è chiusa in un ostinato mutismo, si odono in maniera martellante quei sussurri – le invidie, i desideri, le confusioni, le intuizioni silenziate – che rendono le donne spaventosamente diaboliche. Un thriller che sconvolge evidenziano “la vita segreta delle donne come nessuno la racconta”. Impeccabile e raffinato lo stile e forte l’impatto emotivo di Sussurri.
La Audrain vive a Toronto. Ha lavorato a lungo come capo ufficio stampa di Penguin Books Canada.
Rossella Montemurro