“Le acque del Basento sono potabili. Sono state effettuate analisi approfondite prima di procedere all’utilizzo delle stesse. Dunque accogliamo positivamente l’iniziativa della magistratura di effettuare ulteriori analisi, che confermeranno l’efficacia delle nostre...
È vero, è inevitabile iniziare la lettura di Spare (Mondadori, traduzione di Sara Crimi, Manuela Faimali, Valeria Gorla e Laura Tasso, oltre tre milioni e duecentomila copie vendute nel mondo) con qualche pregiudizio. Eppure, dall’incipit si rimane conquistati da una storia che restituisce umanità e regala simpatia al principe Harry, il “minore”, la “ruota di scorta”, il “figlio stupido, terribile e drogato” – così lo hanno apostrofato di volta in volta i tabloid inglesi – di Carlo.
“Se per me non era facile essere definito terribile, il figlio stupido, per papà era angosciante perchè significava che ero il suo opposto.”
Complice il ghostwriter, giornalista e scrittore premio Pulitzer (nel 2000), JR Moehringer, già autore di Open assieme all’ex campione di tennis Andre Agassi, Spare si legge d’un fiato. È un libro dal forte impatto emotivo, Harry si mette a nudo non esitando a far emergere la sua fragilità, le sue debolezze.
La perdita di Diana – una presenza costante nelle 540 pagine del libro – è un colpo durissimo per il piccolo Harry. Per difendersi da un dolore enorme, fin da subito si convince che l’incidente è una messinscena della madre per rifarsi una vita: “È tutto un inganno perchè lei possa ricominciare daccapo! Senza dubbio, in questo momento sta prendendo in affitto un appartamento a Parigi, oppure disponendo un mazzo di fiori nello chalet di legno che ha segretamente acquistato nelle Alpi svizzere. E presto manderà a chiamare me e Willy. È tutto talmente ovvio! Come ho fatto a non pensarci prima? Mamma non è morta, si nasconde!”
Ecco la storia raccontata dalla sua viva voce. Tutti abbiamo ancora indelebili le immagini dei due principini che seguivano il feretro della madre, ora sappiamo quali erano i pensieri di quel bambino che, prima della morte di Diana, era sempre allegro e spensierato. Problemi scolastici, rabbia e solitudine lo attanagliano.
Il padre, la cui unica dimostrazione di affetto era l’intercalare “ragazzo mio”, è incapace di relazionarsi con i figli con calore. Camilla, che dopo l’incidente di Diana esce allo scoperto fino a diventare, oggi, regina consorte, non esita a sacrificarlo in pasto alla stampa.
“Non mi piaceva svegliarmi e trovare una mia fotografia sulla prima pagina di un tabloid. Ma ciò che non riuscivo davvero a sopportare era innanzitutto il rumore dello scatto. Quel clic terribile da sopra la mia spalla, alle mie spalle o al limite del mio campo visivo mi aveva sempre infastidito, mi aveva sempre fatto accelerare i battiti. Ma dopo Sandhurst mi sembrava un fucile che viene armato o una lama che viene aperta. E poi, ancora peggio, ancora più traumatico, veniva quel lampo accecante.”
A ventun anni è entrato nell’esercito, le missioni svolte hanno fatto di lui un eroe in patria ma lo stress post-traumatico e gli attacchi di panico con cui rientra lo destabilizzano. La svolta arriva con Meghan ma anche questa storia che ha i contorni di una favola viene presa di mira dalla stampa – insulti, razzismo e menzogne sono attacchi all’ordine del giorno nei confronti della coppia –, tanto che Harry è costretto a lasciare il paese per salvaguardare sé stesso e Meg, con lo spettro sempre accanto di ciò che era accaduto a Diana.
Amor vincit omnia, verrebbe da dire a margine di una lettura così coinvolgente che arriva al cuore svelando particolari intimi e inediti.
Il principe Harry, duca di Sussex, è marito, padre, attivista per i diritti umani, veterano militare, portavoce delle campagne a favore della salute mentale, e ambientalista. Vive a Santa Barbara, California, con la sua famiglia e tre cani.
Rossella Montemurro