martedì, 3 Dicembre 2024

2 Luglio, sono otto i bozzetti pervenuti (sei per la categoria amatori e due  per la categoria costruttori) per il bando di concorso per la costruzione del nuovo carro trionfale in onore di Maria SS. della Bruna

Sono otto i bozzetti pervenuti per il 𝖻𝖺𝗇𝖽𝗈 𝖽𝗂 𝖼𝗈𝗇𝖼𝗈𝗋𝗌𝗈 𝗉𝖾𝗋 𝗅𝖺 𝖼𝗈𝗌𝗍𝗋𝗎𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾 𝖽𝖾𝗅 𝗇𝗎𝗈𝗏𝗈 𝖼𝖺𝗋𝗋𝗈 𝗍𝗋𝗂𝗈𝗇𝖿𝖺𝗅𝖾 𝗂𝗇 𝗈𝗇𝗈𝗋𝖾 𝖽𝗂 𝖬𝖺𝗋𝗂𝖺 𝖲𝖲. 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝖡𝗋𝗎𝗇𝖺, opera che accompagnerà la santa protettrice di Matera durante la lunga e intensa giornata del 2 Luglio 2025. Nel dettaglio, sono sei...

Consegna lavori per lo studentato di Matera

Semaforo verde per il nuovo studentato di Matera. Giovedì 5 dicembre, alle 10 presso il Campus universitario in via Lanera, ci sarà una conferenza stampa per presentare il progetto e contestualmente saranno consegnati i lavori. Come sede, il Dipartimento...

Mi è capitato molte volte, e soprattutto alle superiori, di commentare la creazione dell’uomo con le parole di Sofocle.

“Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell’uomo. La razza spensierata degli uccelli e delle fiere selvatiche, le stirpi e le creature marine dei flutti, nei lacci delle sue reti avviluppa e fa preda l’uomo, molto ingegnoso”.

Lo splendore dell’uomo, capolavoro di Dio, è una certezza professata in tutte le culture.

Infatti le parole di Sofocle esprimono con chiarezza l’eterno stupore che l’uomo prova quando diventa cosciente della sua grandezza.

Avete mai riflettuto che anche la Sacra Scrittura si ferma stupita di fronte a questa creatura che porta in sé il sigillo così alto del suo Creatore: “Ti lodo, o Signore, che mi hai fatto come un prodigio!”.

Sarà capitato pure a voi che mi leggete, di ammirare una notte stellata, davanti alle meraviglie cosmiche e di domandarsi: “Che cos’è mai l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno di Dio, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi!” (Salmo 8, 5-7).

Sarà capitato pure a voi di chiedervi: “Ma Dio cosa ha pensato quando ha creato l’uomo?”

Io la risposta l’ho trovata nel romanzo “La cripta dei Cappuccini” del grande Joseph Roth.

Joseph Roth nato il 1894 e morto il 1939 è stato uno scrittore e giornalista austriaco.

Roth più tardi raccontò di avere sofferto povertà e miseria. 

Si mostrava ottimista e cominciò con slancio lo studio della letteratura tedesca. Sostenne con ottimi risultati gli esami e si fece conoscere e apprezzare dai professori.

In seguito giudicò in modo completamente negativo studenti e compagni di università.

Il brano è il seguente: “Nell’istante in cui potei prendere tra le braccia mio figlio, provai un lontano riflesso di quell’ineffabile sublime beatitudine che dovette colmare il Creatore il sesto giorno, quando Egli vide la sua opera imperfetta pur tuttavia compiuta.

Mentre tenevo tra le mie braccia quella cosina minuscola, urlante, brutta, paonazza, sentivo chiaramente quale mutamento stava avvenendo in me.

Per piccola, brutta e rossastra che fosse la cosa tra le mie braccia, da essa emanava una forza indicibile”.

Il libro della Genesi, però, cerca di scoprire ulteriormente la radice di questa grandezza e lo fa attraverso una celebre espressione scandita due volte: l’uomo è “immagine e somiglianza” di Dio.

Questo significa che l’uomo è come Dio, ma non è Dio.

In conclusione la via privilegiata per conoscere Dio è l’uomo perché è la rappresentazione più somigliante.

E non dimenticate mai le parole di Pascal: “L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutte la natura, ma è una canna pensante…”

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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