giovedì, 28 Novembre 2024

A Matera il 30 la Giornata della Prevenzione Senologica e Ginecologica

La Fondazione Francesca Divella, in collaborazione con il Comune di Matera e l'associazione "Una stanza per un sorriso - Sostiene i pazienti oncologici", è lieta di annunciare la "Giornata della prevenzione senologica e ginecologica", un evento dedicato alla salute e...

È di queste ore lo sgarbo diplomatico di Erdogan verso Von Der Leyen che le nega la poltrona relegandola su un divano.

Oggi vorrei offrire ai nostri lettori una riflessione sul ruolo della donna nella Bibbia e nella chiesa cattolica oggi.

Per prima cosa chiariamo che nell’Antico Testamento il ruolo della donna era soprattutto quello di sposa e di madre, subordinato rispetto agli uomini.

Ad esempio quando in casa c’erano degli ospiti, la donna andava tenuta nascosta.

Prima di andare a tavola, le donne prima servivano il pasto agli uomini della famiglia; camminavano a piedi mentre gli uomini usavano la cavalcatura. Benché poi fossero considerate “ornamento del marito, le erano tuttavia riconosciuti, a differenza di quanto accadeva nei popoli circonvicini, una certa indipendenza oltre che i diritti della persona. Se le donne non avevano alcun ruolo quanto al culto nel tempio e nella sinagoga, tuttavia emergono nella storia figure gigantesche di donne sia per la statura personale sia per la fede nel Dio di Israele sia per le gesta compiute. Tali sono certamente Rut, Debora, Giuditta, Ester, Ulda …

Vorrei ricordare però che nonostante il ruolo tradizionale della donna ciò non significa che ella non fosse amata o che le si mancasse di rispetto.

Solo lei, infatti,  poteva avere i bambini, e questo aspetto della vita familiare era talmente importante che se fosse stata infedele al marito o alla famiglia avrebbe pagato con la pena di morte.

Insieme col marito, la moglie era considerata come rappresentante di Dio nel compito di educare alle leggi del Signore.

Con l’andare del tempo, specialmente nel tardo giudaismo, la figura femminile perse sempre di più di importanza tanto che nella preghiera quotidiana del buon israelita si dice: “Benedetto sii tu, Dio nostro, per non avermi fatto né pagano, né donna, né ignorante” e la donna dice: “Lodato sii tu, o Signore, che mi hai creata secondo la tua volontà”.

La maternità era talmente importante che la donna otteneva la salvezza partorendo i figli.

Nel Nuovo Testamento notiamo un cambiamento relativamente alla donna, come mostra chiaramente l’episodio dell’adultera, che leggiamo nel vangelo di Giovanni (Giov. 8,1-11).
Gesù si intrattiene con le donne, impartisce loro insegnamenti non curandosi delle prescrizioni rabbiniche che lo vietavano e si rivolge loro con la premura con cui ricerca i “piccoli del regno”.
Egli riconosce pari dignità tra uomo e donna ed è ad una donna, e per di più straniera, che rivolge il più grande elogio per la fede (Matteo 15,28).
Anche nei detti sul matrimonio, Gesù ignora la differenza tra uomo e donna per quel che riguarda la fedeltà rifacendosi espressamente al racconto di Genesi 1 (cf. Mc. 10,2-12).
Un aspetto molto importante è quello che le donne sono le destinatarie privilegiate delle apparizioni di Gesù Risorto e le prime testimoni della resurrezione (cf. Luca 24, 1-9).

Anche san Paolo, nonostante alcune limitazioni che sembrano più influenzate dalla necessità di non scandalizzare, riconosce alle donne addirittura il carisma della profezia.

Questo è quanto la Chiesa cattolica pensa delle donne

Joseph Ratzinger in un discorso del 18 settembre 2004 agli operatori pastorali della diocesi di Velletri, discorso riportato dal quotidiano cattolico di Lugano, in Svizzera, “Il Giornale del Popolo” così si esprime: “Storicamente e culturalmente la Turchia ha poco da spartire con l’Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell’Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Europa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso. L’Europa non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale imperniato sulla fede cristiana, ed è un fatto che l’impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l’Europa. Anche se KemalAtatürk negli anni Venti ha costruito una Turchia laica, essa resta il nucleo dell’antico impero ottomano, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall’Europa che pure è un insieme di stati laici ma con fondamento cristiano, anche se oggi sembrano ingiustificatamente negarlo. Perciò l’ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico”.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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