Domani, mercoledì 15 gennaio presso il “Casino Padula”, nel Rione Agna Le Piane, la Polizia di Stato di Matera effettuerà un’esercitazione, nel corso della quale sarà simulato un intervento della Squadra di Negoziazione, struttura di nuova istituzione, per...
“L’invito che io rivolgo a tutti i cittadini è quello di porre molta attenzione ai nostri pensieri perché a lungo andare possono esserci delle ripercussioni di tipo fisico come per esempio disturbi del sonno tachicardia frequente e stanchezza. Penso ai bambini e agli anziani che più di tutti sono bisognosi di essere rassicurati e hanno bisogno di attingere serenità e sorrisi per trasformare la paura in speranza che questo periodo verrà superato”.
È quanto sottolinea la dottoressa Cinzia Pavese, psicologa e psicoterapeuta, in merito alle ripercussioni che l’emergenza Coronavirus può avere sulla nostra psiche.
“Esiste un profondo legame tra il nostro aspetto psicologico e la nostra capacità di gestire questo periodo caratterizzato da questa emergenza. – aggiunge Ognuno di noi è messo di fronte a se stesso e alle sue risorse interiori in termini cognitivi, emotivi e relazionali. È importante tutelare il nostro equilibrio psicologico per la nostra sicurezza e quella degli altri; dobbiamo seguire le direttive comportamentali che ci sono state indicate dalle Autorità pubbliche e Sanitarie e affidarci a fonti informative autorevoli. Importante non sentirsi soli e non ricercare notizie in modo ossessivo e spesso tossico con conseguenti vissuti negativi, irrazionali e improduttivi a causa del carico di notizie sconfortanti e ripetitive.
Ognuno di noi ha un potenziale che deve mettere a servizio proprio e degli altri per poter affrontare due temi fondamentali che questa epidemia mette in campo che sono la paura dell’altro e la perdita di controllo. Ne usciremo solo insieme e potremo dire di aver vinto davvero la nostra battaglia solo mantenendo un atteggiamento mentale di apertura verso noi stessi e l’esterno pur trovandoci in una condizione di distanza fisica. Soltanto il confronto con l’altro e la condivisione emotiva intesa come connessione emotiva collettiva e solidale – conclude la dottoressa Pavese – possono in questo momento essere intesi come due strumenti molto preziosi che sono certa ci faranno sentire meno soli e meno angosciati”.