mercoledì, 25 Dicembre 2024

“Ho sempre saputo che mi avrebbero condannato a morte. Il vantaggio di avere una certezza come questa è che posso accordare la mia attenzione a quanto lo merita davvero: i dettagli.

Pensavo che il mio processo sarebbe stato una farsa. E lo è stato in effetti, ma non nel modo che mi aspettavo. Al posto della rapida formalità che mi ero immaginato, hanno messo in piedi un circo al gran completo. Il procuratore non ha lasciato nulla al caso”.

Una notte lunghissima e tormentata che si dipana in una narrazione lucida, dirompente, talvolta fredda ma sempre, estremamente, umana: a raccontarla è Gesù che, dopo il processo e il giudizio di Pilato, trascorre le ultime ore prima della crocifissione. Sete (Voland, traduzione di Isabella Mattazzi) è il nuovo sconvolgente romanzo della vulcanica Amélie Nothomb. Inutile sottolineare come la scrittrice, non nuova a genialità e provocazioni letterarie, abbia osato dar voce a una figura cardine del mondo cristiano.

Non è sbagliato affermare che spesso questo lungo racconto susciti inquietudine nel lettore: lo stordimento e l’incredulità del Gesù della Nothomb che ripercorre le testimonianze ascoltate – proprio le sue azioni, dettate dalla bontà e dalla carità, vengono manipolate ad arte, svalutate, diventano “prove” inequivocabili in quel processo sommario che lo condanna – colpisce per i dettagli con i quali si svela un personaggio profondamente sensibile, la sua angoscia che diventa nostra, implacabile. È un Gesù fragile quello che si confida attraverso la Nothomb, così fragile da cadere in tentazione e abbandonarsi ai sensi: “Non lo ripeterò mai abbastanza: avere un corpo è quanto di più bello possa mai capitare”.

Con il suo stile inconfondibile e trascinante, la Nothomb in Sete dona una preghiera intensa e indimenticabile.

Nata nel 1967 a Kobe, in Giappone, l’autrice trascorre l’infanzia e la giovinezza in vari paesi dell’Asia e dell’America, seguendo il padre diplomatico nei suoi cambiamenti di sede.
A 21 anni torna in Giappone e lavora per un anno in una grande impresa giapponese, con esiti disastrosi e ironicamente raccontati in Stupore e tremori.
Rientrata in Francia, propone un suo manoscritto a una solida e storica casa editrice, Albin Michel. Igiene dell’assassino esce il 1° settembre del ’92 e conquista subito molti lettori.
Da allora pubblica un libro l’anno, scalando a ogni nuova uscita le classifiche di vendita.
Ha ottenuto numerosissimi premi letterari tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo ‒ da cui nel 2015 è stato tratto il film Il fascino indiscreto dell’amore di Stefan Liberski ‒ e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore.
Oggi vive tra Parigi e Bruxelles.

Rossella Montemurro

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