Pubblichiamo il testo dell’omelia pronunciata da mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, durante la Messa del giorno di Natale: Carissimi, oggi, in questa magnifica Basilica Cattedrale, siamo entrati nella grotta di...
“Non sono le emozioni a produrre disagio, sofferenza, patologia. È l’impossibilità di esprimerle. Riconoscere le emozioni ci permette di affrontarle, anziché fuggire.”
Lo afferma Fabio Celi – psicologo psicoterapeuta e docente di Psicologia clinica all’Università di Pisa – nel suo volume Le emozioni dei nostri figli (De Agostini), una vera a propria bussola, preziosissima, per aiutare i genitori a orientarsi nel complesso – e a volte sottovalutato – mondo emotivo dei più piccoli.
Celi sottolinea che “siamo un po’ come pentole a pressione: se ciò che proviamo non trova una valvola di sfogo, rischiamo di esplodere”.
Certo, “(…) una valvola di sfogo – aggiunge – non sarà sufficiente per evitare i disastri prodotti dalle emozioni non riconosciute e non regolate, ma a me sembra una condizione necessaria, un prerequisito. Comprendere che nostro figlio, attraverso un capriccio o un pianto disperato, sta mostrando ciò che prova e aiutarlo a esprimerlo non basta per farlo stare meglio, lo so, ma sono convinto che, se non faremo questo primo passo, tutti i passi successivi saranno impossibili”.
Quindi, quando di fronte all’ennesimo capriccio di nostro figlio siamo tentati di sgridarlo – è la reazione più naturale e immediata – fermiamoci un attimo e proviamo ad ascoltarlo.
Celi suggerisce infatti che ascoltare oltre a stemperare, nell’immediatezza, i toni, ha un effetto terapeutico sul nostro piccolo interlocutore permettendogli di buttar fuori il problema e consentendo a noi di capire cos’è ce non va e aiutarlo.
Il segreto è ascoltare le emozioni che si agitano in loro e in noi, riconoscerle, accettarle, lasciarle uscire, prendere coscienza dei pensieri automatici che ci fanno reagire entrambi prima di pensare. E poi, con calma, trovare insieme una soluzione. Attenzione, non sarà un passeggiata, anzi. Sarà però il più costruttivo mai fatto, quello che ci lascerà il regalo più bello: una relazione migliore coni nostri figli.
Ricco di esempi, tanti consigli pratici, giochi e attività, il volume ha anche una vasta bibliografia.
Con uno stile semplice e diretto e il qualificato background dell’autore – ha un’esperienza pluridecennale – Le emozioni dei nostri figli è per certi versi un libro illuminante, indispensabile sia per i genitori con bambini piccoli sia per le coppie che cominciano a misurarsi con le tempeste emotive di figli adolescenti. Una curiosità: quando Celi scrive o fa lezione, più che alle teorie psicologiche, preferisce ispirarsi a quello che gli insegnano i suoi “pazientini”, i loro genitori e i loro insegnanti.
Rossella Montemurro